La polizia del Kazakistan accusa i manifestanti di aver decapitato due agenti

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La polizia del Kazakistan accusa i manifestanti di aver decapitato due agenti.

Le truppe russe entrano nel Paese sconvolto da rivolte popolari per l’aumento del prezzo del Gpl: 8 poliziotti morti, altri 95 feriti, 200 arresti. I rivoltosi armati circondano due ospedali. La banca centrale sospende le operazioni. Internet bloccato in tutto il Paese.

L’ufficio del governo kazako ha annunciato di aver reintrodotto per 180 giorni un tetto ai prezzi di benzina, gasolio e gas di petrolio liquefatto. Il brusco rincaro del prezzo del Gpl ha fatto scoppiare violente rivolte nell’ex repubblica sovietica.

Sono oltre mille persone sono rimaste ferite nei disordini quando si è entrato nel terzo giorno di proteste. I numeri sono stati comunicati dal ministero della Salute. Nel dettaglio, 400 feriti sono stati ricoverati in ospedale, 62 dei quali in terapia intensiva. La televisione statale ha invece riportato la notizia dell’uccisione di 12 membri delle forze dell’ordine, uno di questi sarebbe stato decapitato, e del ferimento di altri 353.

Un rappresentante del dipartimento di polizia di Almaty, Saltanat Azirbek, ha invece affermato come decine di rivoltosi che hanno preso parte ai disordini ad Almaty siano stati “eliminati” e la loro identità è in corso di identificazione. 

“Danni enormi” ad Almaty durante disordini

I disordini esplosi ad Almaty hanno causato “danni enormi” nella maggiore città kazaka. Lo riferiscono le autorità del Paese, che hanno annunciato l’avvio stamane di una “operazione antiterrorismo contro i saccheggiatori e i rivoltosi condotta in modo congiunto da forze di sicurezza ed esercito”.

Arrivate le prime truppe russe, al via le operazioni

Sono giunte in Kazakistan le prime truppe russe inviate per “stabilizzare” il Paese in seguito alle rivolte. Lo riferisce l’Organizzazione del trattato per la sicurezza collettiva (Csto), composta da sei ex repubbliche sovietiche guidate da Mosca. I militari russi stanno venendo trasportari in Kazakistan per via aerea e il contingente gia’ atterrato ha avviato le operazioni.  La Csto riferisce che il suo compito principale sarà la protezione degli edifici governativi. All’operazione, spiega la nota, stanno partecipando effettivi di tutti i Paesi appartenenti all’alleanza che – oltre a Russia e Kazakistan – include Armenia, Bielorussia, Kirghizistan e Tagikistan. 

La Cina auspica una “rapida stabilizzazione”

Il ministero degli Esteri cinese ha espresso l’auspicio di una “rapida stabilizzazione” della situazione in Kazakistan. “Speriamo che la situazione si stabilizzi e l’ordine sociale venga ripristinato”, ha detto il portavoce del ministero, Wang Wenbin, ai cronisti, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. 

Chiusi gli aeroporti di Almaty, Aktau e Aktobe

Gli aeroporti delle città kazake di Almaty, Aktay e Aktobe sono chiusi in seguito alle violente proteste per il caro carburante che stanno attraversando il Paese. L’aeroporto di Almaty, fa sapere un funzionario, è stato devastato dai dimostranti che lo avevano occupato. Le aree del terminale e del duty free sono state distrutte e saccheggiate. Le forze di sicurezza hanno ripreso alcune ore fa il controllo dello scalo. Le autorità aeroportali hanno inoltre comunicato la sospensione di tutti i voli da Mosca verso Almaty e Nur-Sultan. 

Tokayev ordina misure di protezione per gli interessi stranieri

Il presidente kazako, Kassym-Jomart Tokayev, ha ordinato misure a protezione delle missioni diplomatiche e delle aziende straniere. Lo riferisce il suo servizio stampa. Tra le misure “urgenti” messe in campo c’è anche la messa in sicurezza delle strutture di proprietà straniera o legate a investimenti stranieri. 

La polizia accusa: i manifestanti hanno decapitato due agenti

Due dei 13 poliziotti uccisi durante i disordini in Kazakistan sono stati decapitati dai manifestanti. Lo riferisce a Ria Novosti il comando centrale di polizia di Almaty. “Questo prova la natura terrorista ed estremista delle organizzazioni criminali”, sottolinea il comando. 

I rivoltosi hanno attaccato le sedi di 5 televisioni ad Almaty

Rivoltosi, definiti come “saccheggiatori” dalla televisione pubblica kazaka, hanno preso d’assalto le sedi di cinque stazioni televisive ad Almaty. Un dipendente di una delle emittenti è rimasto ferito.

Mosca accusa: gruppi armati stranieri tra i dimostranti

Gruppi armati stranieri sono coinvolti nei violenti scontri con le forze dell’ordine in corso in Kazakistan. Lo ha dichiarato il presidente della Commissione Esteri del Consiglio Federale, la Camera Alta russa Konstantin Kosachev. “Secondo le ultime informazioni, i dimostranti in Kazakistan includono miliziani di gruppi armati che operano nel vicino e Medio Oriente, principalmente in Afghanistan”, ha detto Kosachev.

AGI – Agenzia Italia

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

Corriere Nazionale

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