Atp Cup, l’Italia costretta a battere la Francia per restare in corsa

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Atp Cup, l’Italia costretta a battere la Francia per restare in corsa.

Dopo la sconfitta con l’Australia gli azzurri sono obbligati a battere i transalpini per continuare ad alimentare speranze di qualificazione alle semifinali. L’attenzione ira  è rivolta verso Santopadre e le scelte che farà, sopratttutto per quanto riguarda il doppio.

Vincere e sperare in un favore altrui. L’Italtennis di Berrettini e Sinner torna in campo stanotte per affrontare la Francia nella seconda giornata dell’Atp Cup, evento per nazioni che apre la stagione, ma si ritrova già con le spalle al muro. Dopo la sconfitta all’esordio contro i padroni di casa dell’Australia, infatti, la spedizione azzurra non può più commettere alcun passo falso. Per vincere il girone B, unica opzione per qualificarsi alle semifinali, servirà superare transalpini e russi e sperare che almeno una di queste due squadre infligga una sconfitta ai canguri guidati dall’ex numero del mondo, Lleyton Hewitt. 

La pressione, dunque, è tutta sulle spalle di Vincenzo Santopadre, guida tecnica della nazionale italiana all’Atp Cup, e di Matteo Berrettini, numero 7 del mondo. Ai due è riconosciuta universalmente la responsabilità per la sconfitta contro gli australiani. Il tennista romano ha perso prima il singolare contro de Minaur e poi il doppio, in coppia con Bolelli contro Saville e Peers, che ha decretato l’1-2 finale del match, aperto dall’inutile vittoria di Sinner su Purcell. Due partite, quattro set persi, nessuno vinto. Bottino magro, magrissimo.

Sui social, sui forum, nelle discussioni tra appassionati e tifosi, campeggia un solo quesito che fatica, ancora oggi, a trovare risposta: “Perché Santopadre ha schierato Matteo Berrettini nel doppio?”. La margherita in mano al ct azzurro, al netto di infortuni e ritardi di condizione non pervenuti alle orecchie dei cronisti, era piena di petali: le coppie Bolelli-Fognini, vincitori di un torneo dello Slam nel 2015, e Fognini-Sinner, recentemente schierati in Coppa Davis a Torino con buoni segnali, offrivano e offrono garanzie al tecnico azzurro, anche nella sfida con la Francia. Che farà allora Santopadre? Insisterà ancora con Berrettini, di cui è allenatore?

L’auspicio è che stavolta la partita si possa chiudere ben prima del match di doppio. La Francia è stata chiamata a giocare in Australia solo come rimpiazzo, prima scelta per prendere il posto dell’Austria, il cui forfait è arrivato a pochi giorni dal via per via dell’indisponibilità di Thiem e Novak. All’esordio, però, i galletti hanno perso con i russi vendendo cara la pelle e dimostrando di non voler interpretare il ruolo della comparsa, nonostante le assenze di giocatori del calibro di Monfils, Paire, Tsonga, Gasquet o Moutet. Sottovalutarli sarebbe mortale.

Se non spaventa più di tanto la sfida tra Sinner e Arthur Rinderknech, numero 58 al mondo e con poche armi a disposizione per contrastare l’altoatesino, quella tra Berrettini e Humbert desta più di una preoccupazione. Sulla carta non ci sarebbe partita ma viste le prestazioni degli ultimi giorni il dubbio è lecito. Humbert, 23 anni, numero 35 del mondo, è un giocatore in ascesa.

All’Atp Cup ha battuto a sorpresa il numero due del mondo, Daniil Medvedev, in una battaglia lunga tre set. È apparso in gran forma, mentale e fisica, e proverà di certo a prendersi un altro scalpo eccellente. Nella sua giovane carriera, inoltre, ha vinto tre tornei, Auckland, Anversa e Halle, tutti negli ultimi due anni, dimostrando di trovarsi molto bene sulle siperfici veloci. Per superarlo, insomma, ci vorrà un Berrettini diverso da quello che è sceso in campo contro de Minaur. Lo stesso adn esempio che, nell’unico precedente tra i due, risalente agli Us Open del 2020, si impose in tre set, seppur combattuti (6-4 6-4 7-6). 

In caso di pareggio nei match di singolare, però, sarà necessario adottare una strategia vincente per il doppio. È vero che i francesi non posso contare sulla coppia iper-vincente Mahut-Herbert (cinque titoli dello Slam) ma schierano il duo composto da Roger-Vasselin e Martin, specialisti veri, in grado di mettere in difficoltà chiunque. Il primo ha vinto il Roland Garros in coppia con Benneteau, nel 2014, mentre il secondo, sempre sulla terra rossa parigina, ha giocato una finale in coppia con Chardy. Stavolta, infine, servirà mettere in campo la migliore coppia che l’Italia possa schierare. Per capire quale sia la pallina si sposta ancora nelle mani di Santopadre sperando che la sua scelta risulti giusta. All’Atp l’Italia non ha più tempo per le sperimentazioni, serve solo vincere. 

AGI – Agenzia Italia

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

Corriere Nazionale

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