Pressing per ridurre la quarantena ai vaccinati

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Il governo ha convocato per mercoledì 29 dicembre il Cts per valutare una modifica alle regole di quarantena, in particolare, sulla possibilità di ridurre i sette giorni di isolamento per i vaccinati entrati in contatto con un positivo, almeno per chi abbia già ricevuto la terza dose.

© Filippo MONTEFORTE / AFP 

 

AGI – Con oltre mezzo milione di italiani positivi al Covid e almeno il doppio che si stima siano bloccati a casa per precauzione, il governo studia una modifica delle regole sulla quarantena.

In particolare si sta valutando la possibilità di ridurre i sette giorni di isolamento per i vaccinati entrati in contatto con un positivo, almeno per chi abbia già ricevuto la terza dose.

Il Governo ha convocato il Comitato tecnico-scientifico per mercoledì 29 dicembre alle ore 11.

“La riflessione sul numero di persone in quarantena l’abbiamo fatta col ministro Speranza, gli scienziati stanno studiando con l’Istituto Superiore di Sanità”, ha confermato il commissario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo.

“È necessaria una revisione delle regole della quarantena ma non è questo il momento”, ha spiegato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. In particolare si potrebbero rivedere la quarantena dei bambini e degli studenti prima della riapertura della scuola, ha aggiunto.

Il pressing per ridurre la durata della quarantena arriva da più parti: per il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, si rischia di avere “dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile”.

“Chi ha fatto il vaccino con la terza dose è più difficile si contagi e quindi deve vedere la sua quarantena ridotta”.

Anche dalle Regioni arriva una richiesta in questo senso

“È ragionevole cominciare a fare una riflessione”, ha affermato il presidente del Veneto, Luca Zaia, “in particolare quella prevista per chi ha fatto la terza dose, ora uguale a quella degli altri”.

“Condivido la riflessione che vada rivista la quarantena per i vaccinati. Massima sicurezza senza bloccare il Paese”, ha twittato il presidente del Friuli Venezia-Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.

Stesso appello dai governatori di Lombardia, Attilio Fontana, e Liguria, Giovanni Toti, per il quale “bisogna farlo al piu’ presto prima che si blocchi un intero Paese”.
Per la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, “il problema da affrontare subito e’ la regola dei tamponi e delle quarantene, che va rivista se non vogliamo che a meta’ gennaio ci siano milioni di italiani chiusi in casa solo per aver intercettato un positivo”. “Sarebbe una sorta di lockdown surrettizio in grado di bloccare il Paese”, ha aggiunto, “bisogna giocare d’anticipo, e se servono restrizioni, disponiamole solo per i no vax, visto che senza di loro l’Italia sarebbe ancora tutta in zona bianca”.

Bianchi, dal 10 gennaio si rientra a scuola in presenza

 “Sì, il 10 gennaio si rientra a scuola in presenza”. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. ” La nostra indicazione è che si torna a scuola in presenza – ha aggiunto – ci vuole la rsponsabilità di tutti, questo è il nostro obiettivo e questo faremo”. 

“Dove vi siano le condizioni straordinariamente rilevanti ma isolate, come alcuni focolai – ha aggiunto il ministro Bianchi – i presidenti di Regione e i sindaci potranno disporre delle chiusure ma solo molte isolate e molto specificate in quella classe o scuola”.

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