Violenza donne,arriva la stretta

Femminicidi & Violenza

Di

Dal Consiglio dei ministri arriva una stretta contro la violenza sulle donne: ad annunciare i contenuti del disegno di legge approvato, tutte insieme, le ministre del governo Draghi, con il premier seduto in prima fila ad assistere. Tra le novità il fermo per gli uomini violenti già in presenza di gravi indizi di reato, la procedibilità d’ufficio per i maltrattamenti domestici e l’uso del braccialetto elettronico, mentre vengono aumentate le pene per chi è già stato ammonito e sono previsti indennizzi per le vittime già nella fase delle indagini preliminari. “La presenza di tutte le ministre certifica l’impegno di tutto il governo con grande convinzione nel contrasto alla violenza maschile contro le donne”: così la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, secondo cui quello approvato dal Cdm “è un provvedimento complesso e integrato che nel suo complesso segna in modo evidente l’impegno del nostro governo in un’azione che non dia nessun alibi alla coscienza pubblica per tutelare questo fenomeno aberrante che continuiamo con convinzione a voler ripudiare nel pieno solco dell’adesione dell’Italia alla Convenzione di Istanbul.

Tutte le donne vittime di violenza devono sapere che non sono sole, che ci sono le istituzioni pronte ad accogliere la loro richiesta di aiuto e tutelare loro e loro i figli”. “L’obiettivo è quello di rendere più sicura la vita di tante donne, pensiamo che quest’anno abbiamo avuto 109 donne morte e quindi c’era un’esigenza di intervenire per la prevenzione di fatti così gravi” sottolinea la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, spiegando che tra le nuove misure si prevede che “il braccialetto elettronico potrà essere adottato dall’autorità giudiziaria nei casi in cui si proceda senza querela ma direttamente con la procedibilità d’ufficio”. In merito all’indennizzo già nella fase delle indagini preliminari, la responsabile del Viminale aggiunge: “Abbiamo esteso a questa fattispecie quanto previsto in materia di estorsioni: le donne potranno avere un terzo dell’indennizzo totale.

Credo sia un grande passo avanti, è un grande aiuto alle donne che sono state oggetto di violenza, che tante volte non denunciano perché si trovano in una condizione economica difficile”. Per la ministra della Giustizia Marta Cartabia questo provvedimento “contiene un ventaglio di interventi, una pluralità di misure che hanno un duplice obiettivo: rafforzare gli strumenti di prevenzione e di protezione delle donne”. Il guardasigilli entra poi nel merito: “La misura più forte che compete il ministero della Giustizia è la possibilità di applicare il fermo, l’azione che può fare il pubblico ministero e in casi di urgenza la polizia giudiziaria, di fronte a gravi indizi di reato che facciano sospettare un pericolo per l’incolumità e la vita delle donne . quindi l’estensione di uno strumento che prima era applicabile solo per il pericolo di fuga, una misura precautelare data direttamente in mano al pubblico ministero e alla polizia giudiziaria. Il ddl – spiega inoltre Cartabia – rafforza l’applicabilità delle misure cautelari coercitive”.

“Non credo che sia mai successo in passato che tante donne si sedessero insieme ad un tavolo per riparare le tante falle della legislazione a tutela delle donne vittime di violenza. È un segnale di come la consapevolezza sia cresciuta, quando 13 anni fa portai in cdm la legge sullo stalking in molti mi accusarono di voler criminalizzare i rapporti d’amore o i corteggiamenti insistenti.

Oggi la sensibilità è cambiata, nessuno nega la necessità di occuparsi di questi temi e nessuno nega il dovere dello Stato di evitare che molestie e minacce sfocino in reati ben più gravi come violenza sessuale e addirittura omicidi” sottolinea invece la ministra per il Sud Mara Carfagna, mentre quella per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini afferma: “È necessario far emergere molti casi di violenza che oggi ancora non vengono denunciati.

La percentuale dei casi denunciati è solo del 15/16%. Questa è la ragione per cui una buona legge come il Codice rosso rimanga almeno in parte inattuata. Il provvedimento oggi approvato dal cdm va nella direzione di rafforzare ed estendere le misure cautelari”. La ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone mette in luce come ci sia stata “la necessità di reintervenire con un’ottica che si basa soprattutto sulla prevenzione. Io guardo soprattutto alle politiche per i giovani, dovremmo dare loro un Paese in cui non aver paura”. “Abbiamo approvato un provvedimento incisivo, che si unisce alla precedente normativa.

La restrizione della circolazione dovuta alla pandemia ha portato anche a un aumento di casi di violenza su donne con disabilità, che vivono una doppia discriminazione – rileva la ministra per la Disabilità Erika Stefani – Il provvedimento approvato  va nella direzione della formazione di chi sta vicino alle persone con disabilità, per poter riconoscere e denunciare i fatti”. “Le norme ci stimoleranno ulteriormente a lavorare sulla prevenzione attraverso la cultura, la formazione, l’educazione, il confronto” ha detto infine la ministra dell’Università e della ricerca Maria Cristina Messa, intervenuta in video-collegamento. (9Colonne )

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube