Salvatore Laudani. Volontario  morto sull’Etna per salvare la vita a un disperso in un crepaccio tra le nevi

Attualità & Cronaca

Di

Un figlio del cielo. Testimonia la grandezza del volontariato italiano

Non scriverne mi sarebbe parsa un’ ingiustizia nel non sentire il dovere di rendere onore a un giovane uomo di 47 anni, siciliano, che ha dato la sua vita da volontario per salvarne un’altra, ad alta quota sull’Etna, quella di un uomo caduto in un crepaccio.

Si, poichè “Idda”, come lo chiamano i catanesi perché l’Etna è “ a Muntagna” e quindi femmina, non è solo fuoco come simboleggia il suo nome ripreso dal greco antico.

Etna è anche neve, freddo e gelo. Luogo di sport invernali e sfide d’alta quota. E quindi a guardia dai suoi pericoli, come ogni altra montagna, ci sono le squadre di soccorso composte da professionisti e volontari. Lui, Salvatore era un volontario di grande cuore, di quelli che fanno sempre il primo passo, che non si tirano indietro e nei momenti di pericolo esiste solo chi dal pericolo deve essere salvato. A qualsiasi costo. Lascia moglie e figli, Salvatore. Ai quali va il nostro grande abbraccio, caricando la tenace speranza che lo Stato non li dimentichi.

A quota 2300, Salvatore si è calato in un crepaccio di 150 metri per trarre in salvo il disperso.

Uno sforzo sovrumano che è stato letale per Salvatore, a causa della stanchezza e della ipotermia. Ma solo dopo aver concluso la sua missione. Ora, qui non riesco a fare altro che chiamarlo “Eroe”, perché il vocabolario umano non possiede parole migliori per definire tanta umana, altruista abnegazione verso un senso del dovere che sconfina nel sacro.

Ma egli, una volta di più, dimostra  quanto il volontariato nel nostro Paese sia non solo fondamentale, bensì indispensabile.    

Ma non la sua morte, che non avremmo voluto piangere, bensì il suo esempio, la sua passione, il suo coraggio, il suo spirito di servizio. Che sicuramente aveva robusti pilastri in una fede.

Non so quale nel suo caso, ma uomini così hanno un grande spirito alimentato da una fede.

Come tutti coloro che ogni giorno, dedicando il loro tempo libero e la loro passione a un’attività volontaria, contribuiscono decisamente a far funzionare l’Italia. 

Di essi non si può fare a meno. E le realtà che li organizzano meritano sempre più maggiore attenzione da parte delle istituzioni.

L’Etna lo vedi anche dalle coste ioniche dell’estremo sud della Calabria. Nelle belle giornate estive, quando fuma lo vedi chiaro come una cartolina. Ancora meglio quando gli passi vicino in auto, montagna immensa che nella sua forma di vulcano appare come un’antica divinità raccontata  nelle pagine di Omero. E rimani incantato. Ora quando mi capiterà di passargli accanto di nuovo, mi capiterà sicuramente, saprò che è anche il luogo di un Eroe.

Che ci ha lasciato il mito di un esempio di grande coraggio e amore per il prossimo.

Francesco Magisano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube