No alla democrazia ‘recitativa’

Politica

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Ci sono politici che hanno una grave malattia psicologica: la sindrome della poltronite. Smodatamente ambiziosi, sono divorati dalla smania di protagonismo. Gradiscono “ospitate” nei salotti televisivi, per esprimere opinioni (quasi sempre banali) su qualsiasi argomento. Credono di essere “tuttologi” e non si accorgono di essere ridicoli.

Alcuni “leaders” pretendono arrogantemente di redigere “ad libitum” le liste dei candidati al Parlamento, scegliendoli nell’ambito dei propri amici personali. Allo stesso modo (con il famigerato “metodo Caligola”) nominano i dirigenti delle Aziende partecipate.

Trattano gli altri parlamentari (i cosiddetti “peones”) alla stregua di semplici esecutori di ordini. Se qualcuno osa trasgredirli viene punito con la mancata candidatura alle elezioni successive. I peones, in sostanza, dovrebbero limitarsi a “fare numero” nelle votazioni parlamentari; altrimenti rischiano l’espulsione dal partito. Vengono trattati, insomma, come le comparse che si muovono a comando sul set di un film. Non possono prendere decisioni autonome, pena la fine della loro carriera politica.

D’altronde, per colpa di una Costituzione obsoleta, non devono dar conto del loro operato agli elettori (“esercitano le loro funzioni senza vincolo di mandato”, art. 67) ma soltanto ai capi-partito (cioè, agli oligarchi). Non sono, dunque, rappresentativi della volontà popolare (che, a norma dell’art. 1, è sovrana).  “De facto” sono obbligati ad eseguire gli ordini ricevuti. Ha ragione il prof. Franco Ferrarotti quando osserva che l’attuale sistema è democratico soltanto nella procedura, non nella sostanza; che la democrazia “rappresentativa” non è stata ancora attuata.

Nel bel saggio “Il capo e la folla” Emilio Gentile scrive tra l’altro: “Sembra ormai che il popolo faccia da comparsa in una democrazia recitativa… Entra in scena solo al momento del voto. Poi, nella realtà, prevalgono le oligarchie di governo e di partito, la corruzione nella classe politica,la demagogia dei capi, l’apatia dei cittadini, la manipolazione dell’opinione pubblica, la degradazione della cultura politica ad annunci pubblicitari”.

Consigliamo di leggere, su queste tematiche, i libri del prof. Cosmo G. Sallustio Salvemini “Dalla corrotta oligarchia alla demorandomcrazia” (Edizioni Movimento Salvemini” 2007), “Informazione manipolata dalle lobby” (2011), “La Repubblica va rifondata sulla randomcrazia” (2014), “Canaglie e galantuomini” (2015), “Non mollare è il nostro motto” (2017), “Cento ragioni per essere demorandomcratico” (Europa Edizioni, 2021).

Riteniamo che sia incombente il rischio di una svolta autoritaria che abolisca il principio della sovranità popolare. Vediamo profilarsi all’orizzonte una lobby-pluto-crazia desiderosa di esercitare “pieni poteri” sul popolo.

Queste ombre minacciose fanno riemergere nella memoria storica due fatti: l’orgogliosa affermazione di Pericle “Qui, ad Atene, abbiamo istituito la democrazia, cioè il governo dei molti, non dei pochi” ed il severo monito di Lincoln “La democrazia è il governo del popolo, per il popolo”.

Chissà se i nostri leaders politici hanno mai riflettuto seriamente su questi insegnamenti della Storia.

 Il Consiglio Direttivo del Movimento Salvemini 

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