La lega si slega

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Le restrizioni per i non vaccinati anche in zona bianca adottate dal Consiglio dei ministri hanno spiazzato e irritato un po’ tutti nel Carroccio. Ma ne esce una Lega che viaggia sui binari istituzionali, proprio per effetto delle azioni di chi fa da ponte e collega le due anime.

C’era una volta Matteo. Matteo chi, diranno i miei piccoli lettori. Perché di Matteo ce ne sono due nel panorama politico del primo secolo del secondo  millennio. Entrambi giovani avvezzi alla politica, fra i pochi che hanno fatto scuola. Degli altri, coetanei, poco da dire.

 A parte uno che fin  dall’inizio della sua carriera ho apprezzato. Massimiliano Fedriga, classe 1980.

Ricordo quando, al tempo in cui si dissertava  di  qualcuno  da   indicare  come premier, prima di Conte, ne parlavo con un’ amica  friulana. Ma lei, in modo stentoreo, mi disse che lo volevano per sè, e non darlo in pasto all’Italia tutta e agli italiani.

E Infatti fu poi eletto Governatore di quella regione.

L’ho seguito, nel suo percorso, fin quando, meritatamente,  è stato eletto Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome con  Michele Emiliano, governatore della Puglia, PD,  Vicepresidente.

Ne ho apprezzato la pacatezza, l’equilibrio la razionalità, senza mai venir meno ai principi  caratteristici del suo partito. Ma pronto, comunque, a mediare quando fosse necessario. Come chi fa politica seria dovrebbe  saper fare.

Intanto la nuova linea della Lega,  dettata dal governatore, fa arrabbiare  i  No Vax sui social al grido di: “Salvini sei un traditore”.

Riprendendo dall’inizio non si può negare che  uno dei due Matteo, è stato bravo. (Senza negare il carisma dell’altro Matteo).  

Ha fatto crescere il partito con un paio o poco più temi, immigrazione e legittima difesa flat tax,  che, a livello personale, condivido.

Ma poi è esploso il Covid. E la visione di intenti è cambiata, tutto è cambiato. Per tutti i partiti, tanto che si è scelto di formare l’atteso  governo di unità nazionale, o  di coalizione che si forma in situazioni particolari di emergenza, appunto  nazionale, caratterizzato dal temporaneo abbandono delle categorie di maggioranza e opposizione,  e col sostegno di tutti o quasi i partiti politici, per finalità  collettiva.

Dunque le carte sono state rimescolate e il gioco è ricominciato.

Con visione totalmente diversa dalle abitudini decennali.

Qualcuno ne ha preso atto e ha iniziato a comportarsi di conseguenza. Altri si sono abbarbicati sulle proprie posizioni restando all’opposizione che, piaccia o non piaccia, non è necessaria in un governo di tal fatta.

Il governatore del Friuli Venezia-Giulia guida dunque  la svolta a favore dei vaccini. Saltano i congressi locali a dicembre dato che troppi delegati  non hanno i  Super Green Pass.

Giusto o non giusto questo è, e la situazione è questa. Chi la vorrebbe cruda chi la vorrebbe cotta. Ma forse la via giusta è la terza. Quella, appunto della mediazione.

Perché un Paese che rischia il default sanitario e economico dovrebbe abbandonare posizioni estreme, e i politici mettere da parte  i propri individualismi e, senza abbandonare i principi fondamentali, accantonare ciò che divide comprendendo e salvaguardando  ciò che accomuna. In contingenza, la salute collettiva e l’economia.

Per altro, sottolineo che  ho sempre considerato cosa buona e giusta    che anche FDI entrasse nel governo, come ala estrema ma non estremista, proprio per rafforzare il centro destra che da sempre seguo. Da  liberal, come sono sempre stata.

Oggi si tratta di salvare il salvabile e, appunto chi lo ha capito è il governatore del FVG, insieme a  Zaia e diversi  presidenti di regione di altri  partiti. A destra e a manca.

Come sostiene Gruido Bertolaso che, non dimentichiamo,  è anche medico, il virus si sta riorganizzando . Muta per poi ripartire e diffondersi nel mondo.  Ora con la variante sudafricana, Omicron. Ultimo arrivo  in Belgio, portata, pare, dall’Egitto,  che va bloccata con la vaccinazione globalizzata. Dunque occorrono altre armi di difesa, e in fretta. In primis chiusura delle frontiere.  E blocco immediato degli sbarchi.  Sperando che i soliti buonisti non mettano bocca.

Con tutto ciò bisogna ancora assistere alle lagne e alle cheche ( prettamente fiorentine)

di signori che ci raccontano di tutto e di più,  intrattabili, nervosi aggressivi. Integrati da prelati anche di alto lignaggio che disturbano perfino satana.  

Non accettano la realtà mentre offendono insultano e accusano altri, che vorrebbero soltanto  uscire dalla pandemia per ricominciare davvero a vivere in libertà ancorchè limitata.

Non siamo noi che decidiamo. Nè i sivax nè i novax.  E mi rifiuto di entrare nella orripilante tenzone sul green pass.

Non punire  dunque chi non si vaccina, bensì  premiare chi ha scelto, in qualsiasi modo, di vaccinarsi per una serie di motivi che conosciamo a menadito e non occorre, ormai,  sottolineare.

Per altro osserviamo quanto e come si è spinta la Lega dei governatori, e quanto sia distante dalle intemperanze salviniane.  Ha infatti in cantiere un provvedimento che addirittura anticipa il Super Green pass. Senza aspettare il 6 dicembre, ma da  lunedì 29 nvembre.  Soluzione necessaria, per evitare che il passaggio in zona gialla, nato  dai contagi in aumento a Trieste e dintorni, blocchi tutte le attività. Per evitare soprattutto  un eventuale lockdown che sarebbe davvero  un disastro per l’economia che già stava rialzando il capino.

 Ma  è anche un segnale politico  di un cambiamento del   partito , più attento alle esigenze delle categorie produttive e meno alle istanze spesso  insensate, eufemisticamente,  dei No vax  che il segretario aveva  inseguito negli ultimi tempi. Senza grandi successi. Se da una parte ha  guadagnato, dall’altra perso.  In termini di Consensi. E quindi di eventuali voti. Poggio e buca fa piano, si dice a Firenze.

Fedriga, come presidente della conferenza delle Regioni, ha sostenuto la tesi del governo, perché le penalizzazioni delle zone gialle, arancioni e rosse non toccassero i vaccinati. Ma di sicuro  non pensava  addirittura  a una  minaccia di morte su un muro di Osoppo, provincia di Udine. Naturalmente il fatto, assurdo ma che rivela l’odio che impera da una parte dei cittadini,   ha provocato un muro trasversale di solidarietà. Con il suo stile tranquillo e soft,  interpreta la nuova fase del partito. Del resto anche Salvini, da tempo, non è più cosi eccessivo, seguendo  la tattica della condivisione preventiva con i governatori, al fine di evitare strappi irreversibili nella Lega.  

La restrizione per i non vaccinati anche in zona bianca , soluzione  adottata dal Consiglio dei ministri  ha spiazzato  e irritato un po’ tutti nel Carroccio. Lo stesso governatore e anche  persino  Giorgetti.  Ma ne   esce una Lega  che viaggia sui binari istituzionali, proprio  per effetto delle azioni  di chi fa da ponte e  collega  le due anime.  Fedriga.  Al quale il segretario ha dovuto cedere le armi, almeno  per il  momento. Ha lasciato a lui  il compito di illustrare la linea leghista  per smentire frizioni interne. Del resto  non giovava a nessuno seguire i novax. nonostante le proteste di alcuni sodali e la preoccupazione per le tensioni sociali, da prevedere dopo   la soluzione  drastica del CDM. Insieme a quella dell’effetto sugli elettori  leghisti verso FDI . Quegli elettori che non perdonano il voltafaccia del segretario.

“Si è abbassato i pantaloni davanti a Draghi”,”Dopo trent’anni non voterò più Lega”. “Continuando così finirete al tre per cento” Dato che in estate aveva proclamato: “Vaccino o tampone per entrare in bar e ristoranti: ma non scherziamo..”.  

Il futuro darà risposte.

Intanto il comune di Osoppo è pronto a presentare una denuncia contro ignoti per  le due scritte comparse sui muri di un edificio abbandonato.

Carla Ceretelli

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