La prima volta in Svezia, un governo guidato da una donna, (che si è già dimessa) 

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Di euronews con Ansa
 
Diritti d’autore  Erik Simander/AP 

Il mandato più breve della storia

Non ha fatto in tempo a diventare la prima premier svedese, che già si è dimessa.

Magdalena Andersson si è dimessa mercoledì pomeriggio dopo aver subito una bocciatura del bilancio che non è stato votato dal partito di centro con cui era riuscita a formare l’esecutivo..

“Per me è una questione di rispetto, inoltre non posso guidare un governo che possa dar adito a dubbi di legittimità”.

La neo premier dimissionaria si è comununque detta ancora disponibile a guidare il partito socialdemocratico, di cui aveva ereditato il timone dopo le dimissioni di Stefan Lofven, leader socialdemocratico e premier. (Che ha annunciato le dimissioni lo scorso agosto, presentate a novembre).

Una premier lampo

Studentessa modello, nuotatrice di alto livello, ministra delle Finanze e da oggi premier del governo svedese in quanto leader dei socialdemocratici.

A Magdalena Andersson piace battere i primati, è infatti la prima donna a guidare un esecutivo in Svezia, l’unico dei Paesi nordici a non avere ancora avuto una prima ministra, nonostante l’uguaglianza di genere sia una realtà da tempo consolidata.

“Ho accettato di essere presidente del partito perché so che la Svezia può fare di meglio e so che siamo noi, i socialdemocratici, che dobbiamo portare avanti la Svezia”.

L’aritmetica dei voti resta una faccenda tutta interna: in Svezia un governo passa se la maggioranza assoluta di 175 deputati non vota contro.

Il voto del parlamento è di martedì sera, mercoledì mattina altra doccia fredda per la Andersson a cui i Centristi hanno annunciato di non votare il bilancio perché il governo è sostenuto dal partito di sinistra La Sinistra. Il governo Andersson rischia di governare senza bilancio.

Catapultata al governo

Le sue prime parole dopo l’elezione per acclamazione al congresso del partito a Goteborg sono state più che una generica dichiarazione di circostanza, sono l’incipit di un programma di governo le cui priorità la futura premier ha già chiarito: il clima, “la ripresa del controllo democratico” su scuola e sistema sanitario dopo un’ondata di privatizzazioni e la lotta alla “segregazione” e alle bande violente che il governo del dimissionario Stefan Löfven finora non è riuscito a contrastare.

Punti chiave in linea con un profilo che da ministra delle Finanze riassumeva così sul sito del governo: “Creare una crescita socialmente ed ecologicamente sostenibile ed equamente distribuita è uno dei temi cruciali del nostro tempo. È anche un tema in cui la Svezia ha buone prospettive di essere in prima linea”.

Obiettivi ambiziosi, con una strada nient’affatto in discesa già dalla formazione del suo governo. L’iter parlamentare che ha portato Andersson sullo scranno più alto dell’esecutivo è iniziato con le dimissioni di Löfven da primo ministro, dopo sette anni di premiership e una complicata crisi politica a inizio estate.

Elezioni già il prossimo anno

La neo premier dovrà governare con lo sguardo rivolto alla campagna elettorale e al voto previsto nel settembre 2022, con i sondaggi che non premiano i socialdemocratici e che la futura premier dovrà cercare di raddrizzare contro un avversario pericoloso: il Partito conservatore guidato da Ulf Kristersson che si è alleato con il partito anti immigrazione dei Democratici Svedesi.

Una battaglia che si preannuncia dura contro un’estrema destra che negli ultimi dieci anni si è rafforzata anche grazie a un diffuso senso di disagio nei confronti di consistenti flussi migratori ridimensionati solo dopo un consistente giro di vite del governo Löfven nel 2016.

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