Perché Kosovo e Serbia dialogano, ma non ottengono risultati 

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Di euronews

 
Diritti d’autore  Darko Vojinovic/  The Associated Press 

Finchè c’è dialogo c’è speranza. Nulla di fatto all’ennesimo incontro bilaterale tra Serbia e Kosovo con mediazione europea.

Il presidente Serbo Vucic ha parlato con il primo ministro kosovaro Kurti.

MA le parti sembrano ancora distanti da un’intesa definitiva.

Dice Miroslav Lajcak, inviato speciale Ue per il dialogo tra Serbia e Kosovo:

“non è stato un incontro facile, ma è importante che sia avvenuto. Entrambi i leader hanno avuto un scambio franco e aperto sui rispettivi obbiettivi del dialogo. All’Unione europea interessa che i due rappresentanti abbiano confermato l’assenza di alternative a una normalizzazione delle relazioni tra Kosovo e Serbia”

Affinché i due Paesi possano aderire all’Unione europa è necessario che Belgrado riconosca l’indipendenza del Kosovo e che Pristina crei le condizioni per facilitare ai serbi il passo storico. La posta in gioco per entrambi è alta e ne deve valere la pena.

L’adesione all’Ue rappresenta il compimento logico di un processo inziato ormai tre decenni fa per tutti i Paesi dell’Europa Centrale e Orientale e per le Repubbliche sorte dalla dissoluzione della Yugoslavia. Il senso compiuto di una fase storica non più chiaro come un tempo.

Commenta Florian Bieber, direttore del Centro per gli studi dell’Europa del Sud-Est, dell’Università di Graz:

“in realtà la prospettiva di aderire all’Unione europea non ha più lo stesso peso di una decina di anni fa. Inoltre, la Commissione e i dirigenti Ue non sono nemmeno in grado promettere che il processo di allargamento si svolga senza intoppi. Non dimentichiamo che i negoziati di adesione sono al momento bloccati per Macedonia del Nord e Albania a causa di un veto bulgaro contro la Macedonia del Nord. Basta quindi uno stato membro per intralciare i progressi di uno o più candidati”.

Prossima tappa del dialogo balcanico è prevista per fine luglio anche se per il momento non sembra esserci una grande fretta nemmeno per l’onesta sensale: l’Unione europea.

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