Una storia triste (solo per ora…)

Campania

Di


Non posso non condividere questa esperienza, con chiunque ne abbia avuta una simile e con tutti gli attori coinvolti.


E’ una storia che inizia con una classe V dell’ITI Lucarelli di Benevento il 5 giugno 2019 e non è ancora finita, perchè adesso ci rimettiamo nelle mani del nostro Presidente della Repubblica. Il 5 giungo, la Farm Animal Trade è la Migliore Impresa JA 2019, gli studenti dell’ITIS G.B.Bosco Lucarelli di Benevento, che l’hanno sviluppata nel corso dell’anno scolastico, sono stati premiati per il loro impegno e spirito di innovazione dall’Assessore all’Educazione e Istruzione del Comune di Milano, Laura Galimberti. A presiedere la giuria, Stefano Mainetti, Amministratore Delegato di PoliHub, lo Startup District & Incubator del Politecnico di Milano.

Tra gli altri membri della giuria di esperti che li ha valutati e votati, anche la Dott.ssa Susanna Zuccarini, Senior Business developer and analyst presso Invitalia, tra i principali sponsor dell’iniziativa. A distanza di pochi mesi, sono eletti tra i primi 3 migliori progetti di Impresa alla JA Europe Company of the Year Competition e inseriti nell’albo delle eccellenze MIUR.


Ho avuto il piacere di seguire il loro progetto come volontario, o come ci identifica JA, Dream Coach, come fatto in passato con altri loro colleghi, insieme all’amico Super Prof Carlo Mazzone e ho accolto con entusiasmo la loro voglia di concretizzare il proprio progetto imprenditoriale, continuando a seguirli, sempre come volontario, fino alla loro costituzione in SRL, davanti al notaio (non potevano più iscriversi on line….), avvenuta ad Aprile 2021.


All’inizio tutto il team era pieno di dubbi e paure, come normale che sia. Nessuno ti insegna ad essere “imprenditore” e tutto quello che questo status comporta, soprattutto in Italia, è ben noto. Sono riuscito però a non farli demordere, grazie anche al coinvolgimento di alcuni amici, che hanno contribuito al loro percorso. In primis il loro Prof., Carlo Mazzone per l’appunto, che se è l’unico italiano ad essere stato nominato nel 2020 tra i 10 migliori professori al mondo, una ragione c’è 😉 Un altro grazie va alla Prof.ssa Olimpia Meglio, dell’Università degli Studi del Sannio, che ha sostenuto il progetto coinvolgendo un laurendo per un lavoro di tesi dal titolo “IL BUSINESS MODEL APPLICATO AL CASO “F.A.T.”.

Ed ecco che le competenze universitarie si sono fuse con l’idea di impresa di un gruppo di giovani studenti. Non solo un lavoro di analisi sul Business Model, ma una vera ricerca finalizzata alla validazione del modello di business e alla concretizzazione del progetto. Cosa è successo? Che mentre altri 3 dei soci fondatori si iscrivevano all’Università del Sannio per approfondire le materie di interesse per il successo della loro iniziativa, lo studente Unisanno Matteo Morante è diventato il 5° socio! Il valore aggiunto delle sue competenze, unitamente agli studi per la sua tesi, ha fatto scoppiare la scintilla;)


Che dire, il team, “ridotto” a 5 membri (4 compagni di classe ed un giovane universitario neolaureato), acquisiva sempre più determinazione, coinvolgendo partner come Coldiretti, nella persona del Dott. Gennarino Masiello, vice presidente nazionale, presidente della Federazione Regionale della Campania, che da subito ha sposato l’idea, suggerendo spunti per lo sviluppo e supportando attivamente l’iniziativa attraverso la rete degli agricoltori campani, con al vertice Davide Minicozzi, Presidente Associazione Allevatori Campania e Molise, che ha dato un sostegno concreto diffondendo un questionario tra gli allevatori campani, che si è rilevato fondamentale per comprendere al meglio la Value Proposition della FAT.


Consolidato il team ed il piano operativo, restava da recuperare i fondi necessari. L’idea di partecipare al Bando Invitalia – Resto al SUD sembrava essere la ciliegina sulla torta. Una misura con tutti i presupposti giusti. Così, senza il supporto di professionisti che garantiscono l’approvazione dei progetti (indipendentemente dai progetti? nda), Manuel e gli altri soci si sono adoperati nel presentare domanda il 16/09/2020, come società ancora non costituita. La risposta non è tardata ad arrivare, con un verbale di colloquio del 06/10/2020, che riportava, per alcuni punti trattati ma non riportati a verbale, la dicitura “non indicato”, tanto da far aggiungere ai proponenti una nota al verbale nello spazio dedicato per precisare che alcuni argomenti non erano stati affrontati dai valutatori. Il rigetto della richiesta è arrivato il 26/10/2020.

Tra le motivazioni l’assenza di competenze (nonostante i soci fondatori sono anche in possesso dell’ESP – Entrepreneurial Skills Pass), un’organizzazione incompatibile perchè risente della conciliazione tra lavorare e studiare, l’assenza totale di analisi del mercato, ma tralasciando le altre cause di esclusione, l’ultima che ricordo riguarda l’entità di risorse finanziarie aggiuntive che, a detta dei valutatori Invitalia, non è sufficiente ad integrare la copertura finanziaria dell’intero programma di spesa.
Doccia ghiacciata e sconforto generale. Non è stato facile motivarli a rispondere, perchè non volevano discutere con chi non è stato in grado di comprendere la loro idea.

Hanno però imparato anche a fare mea culpa, perchè non si può sempre scaricare su qualcun altro la responsabilità, quindi con tanta pazienza hanno presentato le loro controdeduzioni, nei 10 giorni loro concessi dalle procedure, chiarendo gli aspetti che palesemente erano stati interpretati arbitrariamente dai valutatori. Il risultato? Il rigetto della domanda, con poche righe dove Invitalia confermava le ragioni della prima valutazione. Restava il ricoso al TAR o al Presidente della Repubblica.


Abbandonata l’ipotesi di affidare l’incarico ad un legale, uno dei soci promotori ha fatto un passo indietro, abbandonando il progetto, ma siamo riusciti comunque a non far sciogliere il gruppo, tanto da “fregarcene” dell’esperienza Invitalia e andare avanti con le nostre forze, arrivando alla costituzione della Farm Animal Trade srl.
Nel mentre, ho avuto la possibilità di entrare in contatto diretto con la Dott.ssa Zuccarini, grazie a Linkedin, già presente in giuria e conoscitrice del progetto, alla quale abbiamo raccontato la nostra disavventura e, unitamente al Dott. Sergio Donofrio, ci è stato consigliato di ri-presentare la domanda per Resto al SUD, perchè può capitare un’incomprensione.


Quando hanno deciso di riprovarci, la società era costituita e la compagine sociale era diversa. Queste le uniche modifiche apportate al progetto ri-presentato il 15/06/2021: stesso contenuto, stesso budget, nessuna modifica o integrazione rispetto alle motivazioni ostative. Per i soci di FAT era e restava tutto chiaro. Ne è seguito un verbale di colloquio più in linea con gli argomenti affrontati de visu con i valutatori (diversi dalla volta precedente) e una grande sorpresa quando, di tutte le cause ostative presenti nella prima valutazione, non ne compare neanche una! Ma c’è una nuova causa che, a detta dei valutatori Invitalia, esclude la FAT dall’accesso alla misura: la FAT svolge, secondo loro, attività di “Commercio all’ingrosso e al dettaglio”, sezione G della classificazione ATECO 2007, attività espressamente esclusa dalla misura. A nulla è valsa la controdeduzione, come non è valsa neanche la visura della FAT che riporta, in prima pagina, come codice ATECO attivato in CCIAA di Benevento, dietro indicazioni del Notaio, il 73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari. Per i valutatori, la FAT è un intermediario commerciale, un agente, un’associazioni tra acquirenti o un’associazione cooperativa che si occupano della vendita di prodotti delle aziende agricole… e basta. Se adesso c’è qualcosa da fare, è l’oneroso ricorso al TAR o al Presidente della Repubblica.


Ed è quello che faranno! C’è qualcosa che non piace, sia nella valutazione, sia nella procedura di contraddittorio. A motivarli, su tutto, il Comunicato Stampa del 06/08/21 ad firma del UNGDCEC, che lamenta “…comunicazioni di motivi ostativi” pretestuose ed ostruzionistiche, che il più delle volte si rifanno ad una “valutazione soggettiva e personale” dell’istruttore, piuttosto che ad elementi oggettivi.” proprio per la misura Resto al SUD.
Ma quali sono i risultati di questa misura, tanto sponsorizzata? Se FAT non è un progetto valido, su quali elementi di business e competenze i valutatori si basano per approvare un progetto? Sul sito Invitalia sono pubblicati i progetti approvati.

Mi sono concentrato sui progetti finanziati nella Provincia di Benevento. Riporto alcuni dati di sintesi, verificabili perchè pubblici. Dal 28/07/18 al 05/11/20 (unici dati presenti ad oggi sul sito…) a Benevento e Provincia sono stati finanziati 77 progetti complessivi. 28 progetti rientrano nella codifica ATECO 2007 56 – Ristoranti e attività di ristorazione mobile, 12 sono 96.02 – Servizi dei parrucchieri e di altri trattamenti estetici, 5 progetti per i codici 10 – Lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne e 5 progetti codice 93.2 Attività ricreative e di divertimento. Infine, 4 progetti codice ATECO 45 – Manutenzione e riparazione di autoveicoli. 2 progetti sotti i codici ATECO 16 – Industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio, 20 – Fabbricazione di prodotti chimici, 55.2 Alloggi per vacanze e altre strutture per brevi soggiorni, 62 – produzione di software, consulenza informatica e attività connesse, 88.9 altre attività di assistenza sociale non residenziale. Infine, 13 progetti a completamento dei 77 raggruppati sotto altri codici.

Quindi se vuoi aprire un ristorante o un salone, hai il 52% di possibilità di ottenere il finanziamento?

Questa la portata e la capacità imprenditoriale della Provincia di Benevento?


Un altro dato da interpretare (cosa ne pensate voi?) è l’importo totale ammesso (comprensivo del contributo ex Art 245 DL Rilancio). 19 progetti finanziati con importi superiori ai 100.000€, di cui 1 solo progetto per un importo preciso al centesimo di 230.000€ (ATECO 56.10.30 – Gelaterie e pasticcerie), segue un altro importo tondo tondo di 180.000€ (ATECO 62.01.00 – Produzione di software non connesso all’edizione) e così a scendere, con importo minimo finanziato di € 36.066,00 (ATECO 81.30.00 – Cura e manutenzione del paesaggio compresi parchi, giardini e aiuole). Salta subito all’occhio, più degli altri importi precisi all’euro, quello di 65.000€ tondi tondi per 13 progetti approvati.


Con riferimento alle banche erogatrici, invece, Intesa SanPaolo S.p.A. 22 progetti finanziati, Unicredit S.p.A. 18, Banca Popolare Pugliese 12 e Banca di Credito Cooperativo di San Marco dei Cavoti e del Sannio-Calvi società cooperativa 11. Altri 6 istituti hanno finanziato i restanti 14 progetti.
In sintesi, non posso non condividere che la misura “Resto al SUD”, con obiettivi chiari e una procedura di accesso molto più snella rispetto ad altri incentivi statali, sembra trovare forti limiti nell’iter di valutazione, dove sarebbe auspicabile un confronto più dettagliato tra proponenti e valutatori, fino alla conclusione dell’istruttoria, ad oggi tutte a firma del Dott. Vincenzo Durante. Sicuramente aiuterebbe conoscere il background dei valutatori, come un eventuale secondo colloquio in risposta alla prima valutazione, per sanare eventuali incomprensioni che potrebbero sembrare frutto di negligenza o, peggio ancora, una mera valutazione soggettiva ed arbitrale di chi ha la responsabilità di promuovere inzitive imprenditoriali.

Del resto, basta leggere le premesse del Decreto Legge n. 91 del 20/06/2017 per capire che sicuramente è più difficile approvare che bocciare, ma alla base delle valutazioni deve esserci oggettività, capacità di giudizio e disponibilità ad accompagnare e sostenere nuovi imprenditori che molto difficilmente Restano al SUD, dato che non riescono proprio ad iniziare qui…


Nel mentre, si predispone il ricorso al Presidente della Repubblica: c’è qualcun altro che ha vissuto esperienze simili?

Sono certo che Manuel, Daniele, Matteo, Raffaele e Federico continueranno per la loro strada e, magari, contribuiranno con la propria esperienza a trasferire la voglia, quella vera, di Restare al SUD!


Mimmo Ialeggio

Redazione Campania

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