Risveglio a Cagliari

Sardegna

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Riceviamo e pubblichiamo

Cagliari si è svegliata sotto il cielo di una nuova coscienza, negli appositi spazi pubblicitari in punti strategici della città, sono affissi dei manifesti che hanno suscitato reazioni contrapposte da parte dei cittadini.

I manifesti riportano a caratteri cubitali riferimenti ai vaccini e al green pass, una voce che cerca il suo spazio di ascolto nella discussa situazione che divide la popolazione.

L’iniziativa è figlia del gruppo di “Is Pipius No Si Toccant” (I Bambini Non Si Toccano), è composto da migliaia di persone di ogni fascia di età e professione, insegnanti, medici, operai, partite iva e altri, ma soprattutto madri e padri.

Il gruppo è promotore delle manifestazioni contro il green pass e a favore del rispetto del diritto alla libertà vaccinale, lo stesso che da settimane animano alcuni percorsi tra le vie di Cagliari attraverso cortei ordinati e pacifici, in difesa e a tutela della salute e del futuro dei propri figli al grido di “LIBERTÁ!”

Un loro portavoce sottolinea che è sbagliato definirli no-vax, l’azione è mirata a creare una reazione nel risveglio delle coscienze della gente, in ciò che dall’inizio della pandemia divide la popolazione tra pro e contro la terapia genica sperimentale covid19 e le imposizioni governative a discapito del rispetto della libertà costituzionale.

“Si pone l’accento sui diversi casi di reazione ai vaccini avvenute tra i conoscenti, mettendo in discussione ciò che accade  in Cina, dove alla luce dei fatti pubblicati su noti quotidiani, sono state  ritirare 1,63 milioni di dosi di Moderna  per la presenza di sostanze estranee,  motivo che impone  una riflessione nel  domandarsi se la terapia genica sperimentale, conosciuta come vaccino covid19, sia effettivamente d’aiuto per la protezione della salute umana, oppure quanto sia lecito il rischio che, ad oggi, ha visto aumentare in modo crescente i casi avversi al vaccino anche tra i propri conoscenti!”

“Il riferimento va all’aumento delle denunce per la comparsa di reazioni avverse che si manifestano dopo la vaccinazione e, tra diversi casi, come si è letto su alcune testate giornalistiche, desta apprensione la denuncia della pallavolista Francesca Marcon in cui accusa l’infiammazione del pericardio causata dal vaccino e le sospette morti improvvise di altre persone.

La speranza è che si possa portare chiarezza su queste vicende, perché il gruppo non è contrario ai vaccini, bensì si chiede di poterli fare in piena sicurezza e garanzia a fronte di reale necessità e in assenza di cure alternative, da cui nasce la libertà di scelta. Come possiamo chiamare un farmaco per il quale parte degli studi sui suoi effetti deve ancora essere effettuata? Sperimentale. L’introduzione dell’obbligo per un farmaco di questo tipo pone serissimi problemi etici e giuridici che non possono essere minimizzati.”

 

A porre l’attenzione sulla situazione in Sardegna, è la vicenda degli operatori sanitari sospesi dal servizio per aver rifiutato di sottoporsi alla terapia genica sperimentale, sono oltre 500 tra medici e infermieri, gli stessi che fino a pochi mesi fa venivano chiamati angeli per aver soccorso e curato negli ospedali e nelle terapie intensive centinaia di persone colpite dal covid, in quel periodo si lavorava senza essere vaccinati, oggi si vedono tagliati fuori dal sistema sanitario.

 

Sono le stesse persone che hanno tenuto la mano ai pazienti nei momenti più critici, qualche volta accompagnandoli verso la morte, che hanno speso parole di conforto, quando ai parenti veniva negato di poter fare visita ai propri cari.

 

Oggi gli stessi angeli sono stati demonizzati, cancellando con un colpo di “piuma” tutto il bene fatto, mentre per ore ed ore sacrificavano il loro corpo dentro le tute-covid e le mascherine che segnavano il viso, fino a crollare esausti per aver speso ogni energia nello svolgimento del lavoro.

“Da gran parte di queste riflessioni è nata l’esigenza di una comunicazione di impatto, che andasse oltre i cortei svolti nelle vie del capoluogo sardo, concretizzando il pensiero nel farlo diventare un legittimo gesto di altruismo, per raggiungere quante più persone possibili e mettere in evidenza un eventuale rischio alla salute che una terapia genica sperimentale può compromettere.”

“Con questi motivi, il gruppo ritiene necessaria la mobilitazione delle persone che si sentono responsabili nella presa di coscienza e in ciò che oggi rappresenta un danno per la salute che va di gran lunga oltre i benefici.

L’intento è di dare forza alla convinzione dei rischi che si possono correre e delle cure alternative che esistono, alla luce di questo e in piena coscienza, si vuole portare all’attenzione dei cittadini, ciò che è sotto gli occhi di tutti, con l’obiettivo soprattutto di preservare i bambini dal rischio di compromettere per sempre la loro salute dal danno che può derivare da un farmaco sperimentale, che ha bisogno di essere maggiormente studiato prima di essere somministrato nell’uomo”.

Patti Demurtas

Redazione Corriere Nazionale

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