Pregliasco:Sicilia paga no vax e forte turismo

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“Purtroppo è l’effetto del turismo, delle riaperture e forse in qualche caso di un eccesso di disattenzione rispetto alle procedure di sicurezza e a questo nuovo “galateo” che ormai sappiamo come usare, anche se a volte ci abituiamo un po’ troppo al rischio” Lo ha dichiarato in un’intervista a iNews24.it il Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco, che ha poi proseguito: “Tra l’altro parliamo di una regione dove c’è in combinazione anche una bassa quota di vaccinati e questo sicuramente non aiuta, anzi, è un elemento che deve far pensare ad un ulteriore sforzo di convincimento che il sistema sanitario regionale già sta facendo, proprio per arrivare a più persone possibile”.

Ancora sulla bassa percentuale di vaccinazioni registrate dalla regione siciliana, Pregliasco ha poi spiegato: “Questa bassissima quota di vaccinati ha facilitato la diffusione di forme pesanti di infezione, con la conseguenza di un impegno del servizio sanitario nazionale. Purtroppo in Sicilia ci sono stati anche dei problemi e delle denunce dovute ad alcune morti presunte da vaccino, poi non dimostrate correlate, che però hanno creato ancor di più dei dubbi sulla vaccinazione; dubbi che sono da superare con la massima possibilità di coinvolgimento e di informazione dei dati reali di sicurezza, opportunità e necessità, soprattutto se si è anche un po’ avanti con gli anni”.

Sulle responsabilità da parte dell’autorità regionale per gli scarsi numeri della campagna vaccinale, Pregliasco ha successivamente dichiarato: “Io credo che i colleghi siciliani abbiano cercato di organizzare al meglio la struttura. Di sicuro il territorio molto disperso non facilita il tutto e forse, anche da parte loro, un’ulteriore attivazione per andare a raggiungere chi ancora non è vaccinato, con un approccio il più possibile personalizzato, aiuterà a migliorar e la situazione”. Sulle nuove restrizioni dovute al cambio di colore, il virologo milanese ha poi aggiunto: “Vediamo come si evolverà la situazione. Ci sono ad esempio già quattro comuni che sono in zona arancione, quindi temo che nel prossimo futuro bisognerà arrivare a decisioni più chirurgiche, sartoriali, ma anche più stringenti rispetto a quelle attuali”.

Sull’opportunità di mantenere la regione aperta ai turisti fino ad oggi, Pregliasco ha poi concluso: “Quella della riapertura è una scelta difficile, non c’è un manuale di gestione e abbiamo imparato che dobbiamo saper essere flessibili e adattarci all’andamento epidemiologico e alle varie situazioni.

Di sicuro il turismo è stato un elemento facilitante per la diffusione e la ricrescita di un’onda che oggi è in fase decrescente, ma temiamo che con l’autunno si possa ripresentare di nuovo la problematica di un ulteriore colpo di coda, magari meno intenso, ma facilitato dalla riapertura delle scuole e dalle attività che si svolgono principalmente al chiuso, con sbalzi termici tipici della brutta stagione”. 9Colonne

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