Mattarella chiamò. È la congiura dei somari?

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Di recente al Meeting di Rimini, il Presidente della Repubblica italiana ha chiosato, nuovamente, contro i no-vax: “Vaccinarsi è un dovere, occorre il coraggio della responsabilità”. Parole sante e apostoliche – conferite subito dopo il discorso del suo collega americano – che non necessitano di un grande approfondimento da parte dello scrivente. In poche parole, Mattarella ha rinnovato la fiducia incondizionata nel siero benedetto, l’unico strumento efficace contro il Covid-19.

E non solo, con le sue parole liberali e retroilluminate, ha voluto “sensibilizzare” tutti gli italiani a fare altrettanto. “Chi mi ama mi segua!” è il mantra benedetto di Sergio Mattarella. L’elisir segreto per una lunga e prospera giovinezza. E cioè il nostro Presidente emerito – il leader di tutti gli italiani nonché dei fratelli d’Italia, no vax e si vax – esorta a credere “ciecamente” nella filosofia naturale aristotelica e nelle Sacre scritture.

Chi non lo farà, sarà prima processato per direttissima e, poi, condannato nonché costretto dal Green Pass all’abiura di tutte le concezioni democratiche e costituzionali. E infine al confine nelle proprie e anguste abitazioni condominiali con i ratei da pagare e possibilmente a tasso variabile, quelli imposti dagli amici degli amici di Draghi.

Insomma, come scriverebbe su Twitter il più grande divulgatore scientifico dell’ultimo secolo: “Gli obiettori di coraggio e di sensibilità, saranno tutti chiusi a casa come dei sorci”.

Ma il mio non vuole essere una mancanza di rispetto (tantomeno un modo impacciato per ironizzare su un nuovo porno amatoriale del potere esecutivo) né per Mattarella Sergio (al quale riconosco soltanto il grande valore di essere arrivato alla sua veneranda età – ben 80 anni – con una folta chioma di colore grigio, passando indisturbato dalla rivoluzione Italiana della DC di Ciriaco De Mita), né per il sig. Burioni (di cui non ricordo il nome) nonché il Personaggio Rilevazione di internet dell’anno al Macchianera Internet Awards (gli Oscar italiani della rete).

Anzi, a dirla tutta in totale onestà intellettuale, almeno in Burioni riconosco una certa coerenza. Perfida e cruda, ma almeno si capisce con chi hai a che fare. Difatti, tra le sue pubblicazioni recenti spiccano il volo: il vaccino non è un’opinione. Le vaccinazioni spiegate a chi proprio non le vuole capire (2016). E soprattutto un’opera classica e contemporanea: la congiura dei somari. Perché la scienza non può essere democratica (2016).

Al contrario, in Sergio Mattarella non riconosco un bel nulla di democratico. Egli è il degno rappresentante, il porta bandiera alle Olimpiadi dell’ipocrisia, di un Governo indigesto alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani. Un aborto orripilante del Potere Esecutivo negli ultimi 15 anni.

In sostanza, Mattarella sta chiedendo a milioni di giovani italiani di andare in guerra al posto suo, e di sacrificare sull’Altare della Patria quello che c’è di più sacro al Mondo: la salute fisica e mentale nonché gli anni migliori della nostra vita.

(Dati alla mano: i decessi sono insignificanti nella fascia di età compresa tra i 0 e i 40 anni).

Una guerra “ingiusta”, come lo sono state tutte per migliaia di giovani italiani. Loro sì che avevano il senso del dovere e il coraggio della responsabilità. Senso del dovere pagato a caro prezzo: la vita e il peggioramento delle condizioni della stessa. Guerre nate, spesso, da una menzogna clamorosa. Perché alla fine l’uomo è sempre nato ladro. C’è poco da fare. Nel 2001, c’erano i Talebani con lo spauracchio del terrorismo e della legge islamica sulle teste vuote del mondo occidentale. Nel 2003, invece, c’erano le armi di distruzioni di massa di Saddam Hussein a terrorizzare il Mondo intero.

Al richiamo del Presidente della Repubblica, io non risponderò – di certo – con il senso del dovere e il coraggio della responsabilità, cosi come egli si auspica per il futuro degli italiani, ma con il diritto fondamentale all’obiezione della coscienza così come definito dall’Art. 2 della Costituzione.

Caro Presidente, è bene ricordare ai giovani d’Italia che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

In fede, un umile cittadino. 

Arsenico17

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Redazione Radici

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