Minori. Appello famiglia ‘coraggio’ al papa: aiuti nostri bambini

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“strappati a nonni e zii, protegga loro da trauma e ingiustizia

(DIRE) ROMA – A seguito del pronunciamento del Tribunale dei Minori di Roma, che non ha concesso una sospensiva in attesa del giudizio della Corte d’Appello sull’assegnazione dei minori presso una casa famiglia, gli attuali tutori nominati (i nonni), coadiuvati dagli zii, si domandano: “Perché devono di nuovo dilaniare questa famiglia strappandole via i piccoli che hanno appena ritrovato una loro stabilità grazie alle cure amorevoli dei nonni e degli zii? Perche’ un padre che ha messo solo in protezione i suoi figli, che li ha solo tutelati e supportati economicamente in tutto insieme ai nonni e agli zii, che si e’ messo a disposizione dello Stato pur non avendo fatto nulla di male ai bambini, continua a subire tutto questo?

Perché una madre e una nonna materna che fin dall’inizio si sono disinteressate vengono premiate e a pagare sono i minori?

Perché sottrarre i minori da un ambiente in cui hanno trascorso serenamente oltre
due anni della loro esistenza in una fase delicatissima, godendo dei massimi comfort, del massimo sostegno e dei massimi servizi?”.

La famiglia ‘coraggio’ N. che ha già rivolto due accorati appelli al presidente della Repubblica, torna, in una nota inviata all’agenzia Dire, sul caso chiedendo l’ascolto di Sua Santità, Papa Francesco, al quale si rivolgono ribadendo come sarebbe “traumatico questo mutamento, tra l’altro- specificano- ancora una volta provvisorio perchè suscettibile di successive modifiche a seguito dell’esito dell’udienza già fissata per il 17 novembre 2021”.

“Santità- si legge nell’appello- riconoscendo la famiglia come istituto fondante della nostra società, ci domandiamo come sia possibile che proprio questa venga minata ripetutamente colpendo proprio i bambini, che subiscono impossibilitati a fare diversamente. Il Tribunale dei Minori non ha concesso una sospensiva in attesa del giudizio della Corte d’Appello ignorando il senso di precarietà a cui in questo modo ha condannato i tutori e i minori, che potrebbero in qualunque momento essere obbligati a dare seguito a quanto imposto. Non si è tenuto conto
del fatto che l’affidamento dei minori ad un istituto produce profonde e irreversibili modifiche nelle relazioni tra i
componenti del nucleo familiare; si è preferito ignorare il forte attaccamento che i bambini dimostrano sia verso i nonni che gli zii paterni, tutti percepiti come figure di riferimento stabili ed affidabili.

Perché porli di fronte alla possibilità di un nuovo traumatico distacco? Perché si predilige una modalità che
mette di nuovo i bambini in mano alla mamma sulla quale pende una diagnosi di distacco ed anaffettività nonché un provvedimento penale per maltrattamento nei confronti di uno dei due minori? I legami familiari sani dovrebbero essere preservati e l’interesse dei bambini messo al primo posto. Per questo Santità- concludono- dove la legge italiana sembra non riuscire, ci rivolgiamo a Lei, pietendo ascolto in nome della famiglia e dei bambini inermi”.
(Red/ Dire) 

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