Draghi è super ma la maggioranza barcolla

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Ad ottobre si andrà a votare per le elezioni amministrative. Quindi tutti i partiti si arroccano nel loro fortino. E Draghi si trova più a suo agio in Europa, che in Italia. Cuce e ricuce, manovra e tiene la barra. Ma il compito è veramente arduo.

Mario Draghi se la sta cavando molto bene, ma i miracoli non è ancora in grado di farli. La sua, come previsto, è una maggioranza abborracciata, tenuta in piedi da una grave crisi sanitaria ed economica e dalla pazienza di Mattarella. Ogni giorno esplode un problema. Il partito di maggioranza relativa, il M5s, è alle prese con uno psicodramma difficilmente risolvibile, accresciuto anche dalla sgangherata e vergognosa esternazione del suo capo, l’ex comico genovese Grillo, a difesa del figlio e dalla rissa con Casaleggio junior. Salvini ad ogni sondaggio perde voti. Voti che non vanno a sinistra, ma alla Meloni. Ed allora deve alzare il tiro, deve fare rumore.  Il Pd, dopo il cambio del segretario, è rimasto come prima. Un’ opera incompiuta, lacerato dalle correnti. Il povero Speranza si è chiuso a riccio e resiste all’ assedio del castello. Di Matteo Renzi non si hanno più notizie. Tutte queste tensioni si rovesciano sul governo. Ad ottobre si andrà a votare per le elezioni amministrative. Quindi tutti i partiti si arroccano nel loro fortino. E Draghi si trova più a suo agio in Europa, che in Italia. Cuce e ricuce, manovra e tiene la barra. Ma il compito è veramente arduo. Ora l’ultima battaglia è sul recovery. Se passa la sua proposta può reggere a dispetto dei vari tranelli. In caso contrario saranno dolori. Per l’ Italia.

Roberto Caputo

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