Elettrosmog, aumento livelli limiti e incognita 5G, insorgono le associazioni

Attualità & Cronaca

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Un enorme grazie alle associazioni: APPLE  (Associazione Per la Prevenzione e la Lotta all’Elettrosmog), ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente), AIE (Associazione  Italiana Epidemiologia), e infine A.M.I.C.A (Associazione Malattie Intossicazione Cronica e Ambientale). Finalmente!

Hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica, a quella del Senato, al Presidente della Camera e infine al Presidente del Consiglio. La richiesta riguarda le emissioni di quelle onde elettromagnetiche che usiamo utilizzando cellulari da stazioni radio base.

Nella lettera è chiesto il rispetto della legge quadro, la n° 36 del 2001 che disciplina queste emissioni e i decreti attuativi emessi nell’agosto del 2003. Richiesta conseguente anche dalla questione sollevata in parlamento di aggiornamento dei vigenti limiti di esposizione ai campi elettromagnetici a seguito della indagine conoscitiva sulla transizione verso il 5G condotta dalla Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera.

Le posizioni in campo

Satellite dish telecom network at sunset communication technology network

Due le posizioni in campo, davvero contrapposte: la prima punta a rivedere gli attuali limiti, allineandoli a quelli – più alti – raccomandati a livello internazionale dall’ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection), la seconda, più esigente richiama i rischi per la salute umana dall’esposizione ai campi elettromagnetici generati dalle frequenze 5G.

La legge quadro segna due princìpi fondamentali: da un lato assicurare la tutela della salute della popolazione dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettromagnetici nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione; dall’altro promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela da adottare in applicazione del principio di precauzione di cui all’articolo 191 del Trattato Ue. Il decreto attuativo del 2003 stabilisce che, a tutela dalle esposizioni ai campi elettromagnetici generati da frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz e utilizzate dai servizi radiomobili, si applicano limiti assai più restrittivi rispetto a quelli previsti dalla raccomandazione Ue del 1999. Questo affermano i sostenitori di un aumento dei limiti. In buona sostanza sotto mentite spoglie si attacca il Principio di Precauzione utilizzando proprio   la comunicazione della Commissione europea del 2000 la quale i limiti di emissione  stabilisce che  “ debbono essere mantenute finché i dati scientifici rimangono insufficienti, imprecisi o non concludenti (…). Come conseguenza dei nuovi dati scientifici, è possibile che le misure debbano essere modificate o eliminate “.

Il Comitato interministeriale per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento elettromagnetico (Ciprie) istituto in attuazione della legge quadro in varie relazioni hanno richiesto l’innalzamento dei limiti. I rilievi fatti in numerose ricerche di studiosi ed esperti indipendenti si basano sui seguenti elementi a)  la commissione internazionale ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing  Radiation Protection) definì i valori limite su manichini di plastica “antropomorfi” andando a ricercare “solo” gli effetti di natura termica e negando l’esistenza di quelli NON termici (documentati da 10.000 articoli peer review-www.bioinitiative.org); 2) nel decreto del 2003 per il valore chiamato di attenzione e che dovrebbe proteggere  dagli  effetti sulla salute prodotti dalle onde elettromagnetiche  (alta frequenza) nelle case, nelle scuole e in tutti gli ambienti dove si risiede per più di quattro ore sono misurati come media in sei minuti. La legge n. 221/2012, approvata con il parere contrario del Ministero della Salute e delle agenzie regionali ambientali (SNPA) e a seguito la diffusione della tecnologia 4G, i limiti di esposizione della popolazione alle onde elettromagnetiche sono ulteriormente aumentati, perché il valore non è più calcolato come media in sei minuti, tempo necessario a dissipare l’effetto termico, ma come media delle emissioni nelle 24 ore. In tal modo i valori massimi sono, di fatto, compensati dai valori minimi delle ore notturne. Valori che NON tutelano la popolazione da eventuali effetti biologico /sanitari a breve e lungo termine.

Conflitti di interesse e l’incognita 5G

Numerosi sono conflitti d’interesse dei membri ICIRP come documentato da autorevoli pubblicazioni (https://www.emrsa.co.za/who-rfr-and-health-a-hard-nut-to-crack-review/). Evidenza scientifica su disturbi cognitivi comportamentali, l’elettro sensibilità per il 2G/3G/4G, WI-FI, WI-MAX. Ignoto  cosa accadrà con le sconosciute  onde millimetriche del 5G. Nella lettera/documento si legge L’enorme mole di studi peer-reviewed sugli effetti non termici è ignorata, così come gli ultimi studi sulla cancerogenesi effettuati su animali che correlano l’insorgenza di tumori all’esposizione alle RF [NTP 2018a/b; Falcioni et al. 2018]. La classificazione IARC (International Agency for Research on Cancer) delle RF come“possibile cancerogeno per l’uomo” (Gruppo 2B) non è presa in considerazione, e nemmeno i lavori allora esaminati dalla stessa IARC per stabilire tale classificazione [IARC 2011; 2013].

Sono inclusi invece studi gravati da errori metodologici, come ad esempio lo studio condotto sulla coorte degli abbonati danesi ai cellulari [Johansen et al. 2001], scartato dalla stessa IARC nel 2011 perché scientificamente non valido (“uninformed”). Tutto ciò mina ulteriormente la già scarsa credibilità di ICNIRP [Hardell & Carlberg 2020].”. Leggiamo ancora nella lettera /documento che ICNIRP non è un ente scientifico, bensì una ONG creata nel 1992 con i fondi dell’industria e i cui membri sono reclutati per cooptazione. Molti membri ICNIRP hanno legami con l’industria militare, elettrica e delle telecomunicazioni, che a loro volta dipendono dalle linee guida ICNIRP [Hardell 2017]. Ciò crea un conflitto d’interessi denunciato da numerosi ricercatori [Hardell 2017; Levis et al. 2012]. Conflitti d’interessi riportati dai giudici della Corte di Appello di Torino (causa lavoro 717/2017). Massimo diventa il rischio del 5G. Saranno installate 800 microcelle per chilometro quadrato in prossimità di abitazioni, luoghi di lavoro e di ritrovo. Incremento del valore della presenza di onde elettromagnetiche dovute a 2G,3G,4G e 5 G.

Erasmo Venosi, astrofisico, già docente associato Uni Sapienza

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