“Quanto avvenuto ieri sul Vulcano rientra nel quadro di in un periodo caratterizzato di attività stromboliana da tutti i crateri sommitali, in particolare da quello di sud-est che in qualche fase può evolvere in quelle che comunemente vengono chiamate fontane di lava”, ha dichiarato il vulcanologo dell’Ingv di Catania, Mario Mattia. “Niente di drammatico e niente di pericoloso. L’Etna ci ha già abituato a queste cose, le ha fatte tante volte”, ha aggiunto.
Ieri, intorno alle ore 16, è iniziata l’attività dell’Etna con la frana di una piccola porzione del cratere. Dopo circa una decina di minuti una fontana di lava ha prodotto un “pennacchio” carico di cenere e lapilli che si è diretto verso i quadranti meridionali del vulcano in direzione di Catania, Nicolosi e Mascalucia raggiunti da lapilli di grandi dimensioni.
“Tutto questo ha procurato disagio e paura così come, in particolare, la visione della colata lavica, dal cratere di sud-est e riversatasi sulla parete occidentale della Valle del Bove, ha generato maggiore apprensione perché ha dato a molti l’impressione di un qualcosa di vicino tanto da poter minacciare anche le zone abitate ma ovviamente non è così”, ha concluso il vulcanologo dell’Ingv.
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