Giorno del Ricordo: dedicato un cippo commemorativo ai martiri delle foibe e all’esodo giuliano-dalmata

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In occasione del 10 febbraio prevista la posa sulla collina nel parco Fiera Rho per ricordare una tragedia riconosciuta dal Presidente della Repubblica

RHO-  Un cippo commemorativo posizionato sul punto più alto della città: così l’Amministrazione rende omaggio, anche a seguito di una mozione votata all’unanimità dal precedente consiglio comunale, alle vittime delle foibe e agli esuli italiani il 10 febbraio, Giorno del Ricordo a loro dedicato.“Anche Rho avrà un monumento dedicato alle vittime delle foibe – afferma il Sindaco Pietro Romano -. Abbiamo scelto, in attesa di conferma ufficiale, di posizionare il cippo commemorativo in cima alla collina più alta della città nel parco Fiera Rho come messaggio simbolico a non lasciare mai più morire le persone in fondo a una foiba, immagine della sofferenza e del martirio di migliaia di vittime dei tragici accadimenti avvenuti tra il 1943 e il 1947. Dobbiamo sempre ricordare i principi della libertà, della democrazia e del rispetto verso gli altri debellando qualsiasi forma di violenza e di odio razziale. La pandemia da Covid è un’ulteriore lezione: davanti al virus siamo tutti uguali e solo l’unione e la capacità di affrontare insieme e coesi questa grande difficoltà potrà permetterci di superarla”.

Il 10 febbraio si commemora il Giorno del Ricordo, una ricorrenza istituita con la legge n. 92 del 30.3.2004, per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. La data prescelta è il giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di pace, che assegnava alla Jugoslavia l’Istria e la maggior parte della Venezia Giulia.

Si tratta di una delle pagine più buie della storia contemporanea: tra il 1943 e il 1947 oltre 10mila persone furono gettate vive o morte nelle foibe, le cavità carsiche ai confini orientali per volere del maresciallo Tito, in nome di una pulizia etnica che doveva annientare la presenza italiana in Istria e Dalmazia.

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