Difendere il diritto all’istruzione tanto bistrattato, calpestato ed iniquo

Arte, Cultura & Società

Di

Le due Conferenze, CISM ed USMI, continuano a battersi e a scendere in campo per difendere il diritto all’istruzione tanto bistrattato, calpestato ed iniquo.

Tanti sono stati i momenti in cui abbiamo fatto rumore, un rumore educativo e costruttivo, e alla ormai vigilia dell’apertura di un nuovo anno scolastico, la lettera che nei mesi scorsi abbiamo inviato al Presidente della Repubblica, auspicando il suo autorevole intervento sulla scuola, ha una risposta eloquente in occasione della “Cerimonia del Ventaglio”, nel corso del suo incontro del 31 Luglio 2020 con i componenti dell’Associazione Stampa Parlamentare.

Già il 26 Luglio 2020 la Presidente senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati dichiarava che: «Il ritorno di tutti gli studenti in classe a settembre è un imperativo categorico. La scuola non è solo didattica al computer, ma è crescita educativa, culturale e sociale. È fatta di aule e di incontri, dialogo e relazione tra studenti e docenti».

Siamo tutti consapevoli che il sistema scolastico è il primo fattore propulsivo di un Paese, sia a livello economico che sociale, ma in Italia esso è iniquo: egualitario sulla carta ma nei fatti non rimedia, anzi rinforza, le differenze di partenza legate al contesto familiare e sociale degli studenti.

Il covid non ha fatto altro che mettere a nudo questi limiti, purtroppo già esistenti, compromettendo la ripartenza del diritto fondamentale all’istruzione, il primo a chiudere e l’unico a non ripartire.

Dinanzi a questa triste realtà si comprende l’appello del Presidente Mattarella: «La riapertura regolare della Scuole costituisce obiettivo primario da costruire in un clima che auspico di collaborazione e di condivisione». Questo, un appello in perfetta sintonia con quello della Presidente Casellati che dichiara:

«La scuola, a settembre deve riaprire per tutti, senza se e senza ma».

Il covid ha gravato su tutto il mondo eppure in Europa ha un peso e in Italia un altro. In Europa la scuola riparte; in Italia ancora no. Come mai? Il covid, come ogni disgrazia, incide diversamente sulla realtà a seconda delle caratteristiche di quest’ultima. Lo scenario del sistema scolastico europeo è differente rispetto a quello Italiano: in Europa è profondamente pluralista, in cui ogni Paese europeo ha trovato la propria modalità di finanziamento, ma non ha mai messo in discussione la necessità di riconoscere la scuola privata, anche confessionale, alla pari di quella gestita dallo Stato. Tutti i Paesi in Europa, tranne la Grecia e l’Italia.

Senza il covid non sarebbe mai emersa come dirompente, in Italia, l’annosa questione del sistema scolastico che ha impedito uno sviluppo virtuoso della collaborazione fra pubblico e privato.

Per questo motivo il covid è il “cigno nero” che diventa quella opportunità unica se, e solo se, riusciamo a viverla nello spirito auspicato dal Presidente della Repubblica, ripresentando soluzioni che esigono un atteggiamento adulto e responsabile da parte di tutti, in due momenti ufficiali il 25/04 e il 31/07.

«Le misure di salvaguardia sanitaria e l’attrezzatura degli spazi destinati all’attività educativa e didattica e scolastiche – afferma il Presidente Mattarella – tenendo necessariamente conto della non uniformità dell’articolazione nel nostro Paese, dovranno vedere l’Italia in condizione di raccogliere la sfida. Dovrà essere fatto ogni sforzo in questa direzione da parte dei tanti protagonisti che nelle istituzioni e nella società hanno a svolgere un ruolo a questo riguardo lo esige la possibilità per le giovani generazioni di avere un futuro migliore e di contribuire ad un avvenire migliore».

In questa prospettiva le Conferenze USMI e CISM, come hanno fatto a partire dal 26/04/2020, rilanciano la più assoluta disponibilità per agire in cordata per la ripartenza del Paese.

In queste ore la diocesi di Milano ha dato un segnale chiaro ponendo a disposizione delle scuole paritarie e statali gli ambienti per il distanziamento. Il Comune di Milano, a sua volta, guarda alle scuole paritarie come risorse sicure con le quali siglare convenzioni affinchè i 3mila bambini, senza posto nelle scuole dell’infanzia statali, possano intraprendere e/o continuare il loro percorso di crescita e di istruzione e possano consentire alle famiglie di tornare serenamente al lavoro. Sono numerose le testimonianze di collaborazione fra pubblico e privato anteponendo a qualsiasi lettura ideologica l’interesse primario dei ragazzi e della Nazione.

Nelle prossime ore è necessario che, acquisito il fabbisogno delle scuole statali, si stipulino nelle singole realtà patti educativi con le scuole paritarie disponibili a mettere a disposizione spazi e offerta formativa. L’allarme della mancanza degli spazi si aggrava con le 85 mila cattedre vacanti!

Da qui è necessario che i patti educativi si potranno tradurre concretamente nelle seguenti opzioni: Si sposti una classe (allievi e docenti) dalla statale alla paritaria vicina, oppure:

Si destini a quel 15% di allievi delle paritarie, che non potranno più frequentarle, una quota capitaria che abbia come tetto massimo il costo medio studente o il costo standard di sostenibilità per allievo.

La Ministra dell’istruzione, tutte le forze politiche dell’opposizione (Fi-Fdi-Lega-Udc-NCI-Cambiamo) e al Governo (Pd-Leu-Iv-Movimento 5 stelle che ha manifestato in queste ore un’apertura importante) che lungo questi mesi hanno agito in una trasversalità politica senza precedenti, – giungendo spesare 300 Mln di euro per compartecipare alla spesa della famiglia per la scuola paritaria, – si facciano carico dell’appello del Presidente Mattarella e si rendano artefici della riforma a tutto tondo che finalmente diviene integrato.

A lungo termine, la soluzione rimane solo e soltanto quella del costo standard di sostenibilità per tutti gli studenti, perché la scuola statale sia autonoma e la scuola paritaria sia libera. Solo così anche in Italia si potrà dare il via alla libertà di scelta educativa e al diritto di apprendere, per tutti, riscattando 8 Mln di studenti dalla discriminazione economica.

Il Governo con le Opposizioni, in queste ore, possono rendersi artefici di dare alla Nazione una chance realizzando una pagina di storia che non ha precedenti: a 20 anni dalla legge sulla parità una tragedia, è stata per la scuola italiana, una opportunità donandole più autonomia, più libertà, più equità e salvando la famiglia italiana che non si vedrà mai più discriminata per ragioni economiche.

Madre Yvonne REUNGOAT, fma

(Presidente U.S.M.I Nazionale)

(Presidente U.S.M.I Nazionale)

(Presidente U.S.M.I Nazionale)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube