Con il Recovery l’euro è più forte

Economia & Finanza

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“Questo accordo consente di mettere una buona base per supportare l’area euro con piano articolato e di lungo periodo”, spiega Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim  

Recovery euro piu forte

© AGF – La Borsa di Milano

AGI – I mercati all’accordo europeo sul Recovery Fund avevano cominciato a crederci e quindi l’avevano già anticipato, da quasi una settimana e cioè da martedì 14 luglio, quando hanno iniziato a far salire l’euro al top da marzo, sopra quota 1,14 dollari. Oggi, alla fine di una maratona di 90 ore, all’annuncio del “deal”, l’euro è schizzato a 1,1470, il nuovo top da 4 mesi, un livello che secondo gli analisti è abbastanza alto, anche se in un range di medio livello, cioè l’euro è un po’ più forte, ma niente a che vedere con i movimenti tra 1,20 e 1,50 dollari di qualche anno fa. Adesso il movimento oscilla tra 1,08 e 1,14 dollari, la situazione è molto più stabile, anche perchè tutte banche centrali stanno stampando moneta, un po’ di più la Fed, ma tutte, inclusa la Bce, hanno scelto la strada del quantitative easing, che di fatto tende a mantenere i cambi valutari abbastanza equilibrati.  

 

L’Eurozona in questa fase è più stabile degli Usa 

Al di là di chi stampa più moneta, comunque, in questa fase, come dimostrano anche i movimenti anticipatori dei mercati, che premiano l’euro c’è, come spiega Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim, “il discorso della percezione del vantaggio relativo dell’Europa. In questo momento, specie ora dopo l’accordo sul Recovery Fund, l’area euro è considerata più sicura degli Stati Uniti. Questo accordo consente di mettere una buona base per supportare l’area euro con piano articolato e di lungo periodo”.

Tutto cio’ va ad aggiungersi ad un’emergenza sanitaria ed economica che in questo momento sfavorisce gli Usa, con la seconda ondata di coronavirus in corso e i nuovi lockdown che li penalizzano, mentre l’Europa sembra procedere molto più spedita verso la fine del tunnel. “Inoltre – nota Cesarano – gli Usa hanno anche le elezioni presidenziali, che rappresentano un altro fattore di incertezza. L’Eurozona offre dunque meno incertezze, più garanzie e per questo gli investitori la premiano”.

Euro forte va bene a usa ma c’è incognita nuovi stimoli 

“Per ora – spiega ancora Cesarano – l’euro forte va bene agli Stati Uniti che hanno bisogno di un po’ di dollaro debole, ma molto dipenderà da come procederà la contrattazione al Congresso per il nuovo round di aiuti Usa, che in questo momento appare un negoziato molto difficile, pieno di incognite e di incertezze.

Se la trattativa procederà spedita e si arriverà a un accordo veloce, Wall Street si rafforzerà e il dollaro s’indebolirà, ma se invece lo scontro al Congresso dovesse prolungarsi per tutto agosto e si lasceranno decadere, senza prolungarli, i sussidi ai senza lavoro, che scadono a fine luglio, allora succederà il contrario: le Borse si innervosiranno e il biglietto verde finirà per apprezzarsi”. In ogni modo, come pronostica Cesarano, “difficilmente si andrà molto oltre quota 1,15. A 1,1470 siamo già nella parte altissima del range”.

Soldi del Recovery fund arriveranno solo nel ii trim. 2021

Dopo il via libera al Recovery Fund da parte dei leader europei l’Europa si è portata avanti col lavoro, ma c’è ancora molto da fare. I Parlamenti dei 27 Paesi dovranno pronunciarsi e poi ogni Stato dovrà, tra settembre e ottobre, presentare il suo Recovery Fund, con le richieste per accedere ai fondi di spesa. Questi piani dovranno poi essere vagliati entro due mesi dalla commissione Ue che dovrà approvarli, ma che non ha l’ultima parola.

I piani dovranno infatti passare all’esame dell’Ecofin, il quale ha un potenziale diritto di veto, cioè puo’ dire no ma solo se ha dietro di sè Paesi che rappresentano il 35% della popolazione europea. In pratica, tutta questa trafila assorbirà per intero il primo trimestre del 2021 e, se tutto filerà liscio, i soldi cominceranno ad arrivare e potranno essere spesi solo a partire dal secondo trimestre dell’anno prossimo. 

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