Accordo sulla scuola, si torna in classe il 14 settembre

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Via libera da parte di Regioni ed enti locali per il ritorno a scuola da settembre. Si torna in classe il 14. La didattica a distanza restera’ solo per le superiori. Conte: ‘Abbiamo un ulteriore miliardo che stanziamo per investimenti sulla scuola’. Nella bozza del piano l’obbligo di distanza di un metro tra gli alunni. Previste Conferenze dei servizi con i presidi, per raccogliere le istante su spazi, arredi, edilizia e individuare soluzioni. No all’intesa del governatore della Campania De Luca, che dice: ‘E’ irresponsabile il voto il 20 settembre e non e’ stato definito l’organico dei docenti’. Per la ministra Azzolina si troverà un accordo.

Un miliardo aggiuntivo stanziato dal Governo per “linee guida condivise con tutto il mondo della scuola, ovviamente anche con gli enti locali, immediatamente operative. Ci sono le risorse per realizzare le soluzioni. Ci sara’ un miliardo in piu’ da stanziare, e’ veramente tanto se pensiamo che oltre a quello ne abbiamo stanziati altri quattro da gennaio”. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina nel corso della conferenza stampa congiunta con il premier Conte a Palazzo Chigi: “La scuola non ha mai visto questi soldi – ha aggiunto – Spesso e’ stata sottoposta a tagli. Non e’ stato facile stanziare un altro miliardo, ma e’ il segnale che il mondo della scuola e’ al centro dei nostri pensieri”. Per riaprire occorrera’ rispettare le indicazioni arrivate dal Comitato tecnico-scientifico: “Il 17 giugno abbiamo riaperto le scuole grazie agli esami di stato: ora serve un passo in piu’, bisogna pensare a riportare tutti in classe a settembre in sicurezza. Dal 14 settembre – ha comunicato il ministro – ci sara’ la riapertura ufficiale: le scuole dovranno essere pulite, su indicazioni del CTS bisognera’ mantenere un metro di distanziamento, evitare assembramenti e provvedere a ingressi scaglionati. Formeremo il personale e le famiglie nell’ottica della prevenzione”, ha concluso Azzolina. 

Le scuole dovranno organizzare gli spazi in maniera funzionale per evitare assembramenti o raggruppamenti. In questa configurazione sono coinvolti gli spazi interni ed esterni; gli ingressi e le uscite; deflussi e distanziamenti in ogni momento della giornata scolastica. Il Ministero dell’Istruzione, si legge nel testo, che ah avuto il via libera di Regioni ed enti locali, lavora costantemente con le autonomie territoriali per accompagnare tutte le scuole nella gestione delle situazioni piu’ delicate; possibile ulteriore disponibilita’ di organico aggiuntivo per le istituzioni scolastiche statali. Viene ribadita l’importanza della possibile sottoscrizione di convenzioni tra l’Ente locale e la singola istituzione scolastica per evidenziare la suddivisione delle competenze specifiche assegnate al primo e alla seconda, fermo restando che sara’ possibile, in base alle esigenze della Scuola, rivedere e riassegnare le specifiche competenze attribuite, nel rispetto e nei limiti previsti dalla legge. 

 “Abbiamo creato un software che ci dice quanti metri quadrati misura ogni singola classe, siamo arrivati al 76% dei dati che gli enti locali proprietari degli edifici ci hanno fatto avere: stiamo digitalizzando il sistema scolastico”, ha detto il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. “Il 15% degli studenti va portato fuori dagli edifici. Abbiamo recuperato gli edifici scolastici dismessi – ha aggiunto il ministro – la scuola a settembre deve riaprire in un’ottica nuova, deve essere una scuola piu’ inclusiva. Vogliamo fare scuola anche fuori dalla scuola, portare gli studenti in biblioteca, cinema, a teatro, facendo in modo che respirino cultura”. 

 “La Regione Campania nella Conferenza delle Regioni e poi nella Conferenza Stato-Regioni manterrà il suo dissenso rispetto al Ministero della Pubblica istruzione. Noi non daremo l’intesa, non diremo che siamo d’accordo con le misure che si vanno a prendere”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso di una diretta Facebook. “Noi abbiamo considerato irresponsabile – ha spiegato De Luca – decidere di andare a votare il 20 settembre, perché quest’anno l’apertura dell’anno scolastico non è banale. Anziché essere concentrati il mese prima sul problema della scuola, siamo costretti a pensare alle liste, ai comizi, alle fesserie. Non si è capito perché non si è andato a votare nell’ultima settimana di luglio, cioè tra un mese”. Inoltre, ha aggiunto De Luca, “non daremo il consenso anche per questioni di merito: perché non è stato definito l’organico dei docenti, cioè apriamo l’anno scolastico e non sappiamo ancora su quanti docenti possiamo contare, non ci sono fondi sufficienti per l’edilizia scolastica, per gli arredi, ci sono atteggiamenti di scarico di responsabilità sui presidi e sui dirigenti scolastici”.

 “Si arriverà a una soluzione anche con il presidente De Luca”, ha detto la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in conferenza stampa.

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