“Soldi al M5S dal Venezuela? Forse diamo fastidio e per qualcuno è bello infangarci

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Licheri (M5S):   Se si vogliono aprire inchieste, fare degli accertamenti è giusto che si facciano. Certo è che pare un ossimoro che un Movimento che rifiuta soldi pubblici, si va a prendere 3 milioni e mezzo in una valigetta dal Venezuela. Rapporti con la Cina? L’Italia è nella Nato, è felice ed orgogliosa di essere nella Nato quindi la geopolitica non si tocca. Però questo non significa che noi si debba essere il terzo Paese che esporta in Cina dopo Germania e Francia. Scontro nel M5S? L’assemblea generale continua ad essere necessaria. Di Battista, Di Maio, Fico, io stesso siamo figli putativi di Beppe Grillo, per questo c’è stato un rimbrotto da parte sua a Di Battista per questioni di tempistica del suo intervento”

Ettore Licheri, senatore del M5S, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus. 

Sulla questione della presunta valigetta con 3,5 milioni dal Venezuela al M5S. “Il quotidiano in questione non è nuovo a scoop fallaci –ha affermato Licheri-. Cosa c’è dietro non so. Forse un Movimento che ha restituito 107 milioni allo Stato, che rifiuta i rimborsi elettorali, che non ha palazzi, segreterie ed uffici, che spende 10 volte di meno rispetto ai partiti tradizionali, è un qualcosa che può dare fastidio e può essere bello infangarlo. Se si vogliono aprire inchieste, fare degli accertamenti è giusto che si facciano. Certo è che pare un ossimoro che un Movimento che rifiuta soldi pubblici, si va a prendere 3 milioni e mezzo in una valigetta dal Venezuela. Io ho seguito le vicende del Venezuela, quando Trump stava valutando un intervento militare. Noi abbiamo detto che le democrazie non si importano con i bombardamenti e con i carrarmati. Devono intervenire gli organismi di garanzia internazionali per agevolare il processo di democratizzazione nel Paese. La storia ci insegna che questi percorsi verso la democrazia non possono essere spinti con i bombardamenti.

Sui rapporti con la Cina. “L’Italia è nella Nato, è felice ed orgogliosa di essere nella Nato quindi la geopolitica non si tocca. Però questo non significa che noi si debba essere il terzo Paese che esporta in Cina dopo Germania e Francia, perché la Cina ama il Made in Italy e dobbiamo recuperare questo gap. In questo non vedo degli elementi che facciano intravedere un cambiamento sullo scacchiere geopolitico”.

Sulle vicende interne al M5S. “Che Luigi Di Maio annunciò la necessità di convocare un’assemblea generale degli iscritti per disegnare una rete territoriale organizzata, dei processi decisionali più aperti, questo è un fatto. Però poi è capitato qualcosa che ci ha raso al suolo, una crisi che è da brividi e morde la carne viva del Paese. E’ evidente che questo processo sia stato sospeso. Ora dobbiamo mettere a terra un piano di investimenti pubblici e privati per restituire lavoro agli italiani. Dopodichè questa assemblea generale continua ad essere necessaria. Di Battista, Di Maio, Fico, io stesso siamo figli putativi di Beppe Grillo, per questo c’è stato un rimbrotto da parte sua ad Alessandro per questioni di tempistica del suo intervento. Grillo torna capo? A me non importa niente perché io continuo a dire che l’intelligenza e il cuore del Movimento continua a stare il venerdi sera quando torno nei meetup con gli attivisti che mi danno la bussola del mio agire politico. Tra 20 anni di Licheri, Di Maio e Di Battista non si ricorderà più nessuno, ma del governo M5S si ricorderanno il ripristino della funzione dello Stato nell’economia, uno Stato sociale che ha ripreso a guardare alle fasce più deboli, la destra lo chiama assistenzialismo io invece lo chiamo uno Stato che si occupa di quegli emarginati che avevamo lasciato alla Caritas. Il nostro è un Movimento che ha pronunciato una parola che fino a qualche anno fa non si poteva dire all’Europa, cioè No. Abbiamo detto No all’Europa e l’abbiamo portata più vicina alle nostre posizioni. Poi resterà anche il rafforzamento della legislazione anti-evasione e anti-mafia. Abbiamo faticato per spostare il trojan dai reati di mafia a quelli di corruzione e tutti ci rispondevano che una cosa era la mafia e un’altra era la corruzione. Qual è lo sciocco che può pensare che la mafia sia entrata nell’economia, nel sociale e non nella politica”.

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