“La frase su Salvini va contestualizzata”, dice Luca Palamara

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Il magistrato intervistato da Massimo Giletti durante la trasmissione ‘Non è l’Arena’: “In questo momento ho assunto le vesti dell’indagato e come tale mi difenderò nel processo, utilizzando tutti gli strumenti che l’ordinamento mette a mia disposizione”

“Quello dell’immigrazione è un tema particolarmente sensibile nella magistratura ed è vero che sul tema ci fosse un particolare dibattito politico all’interno. I magistrati andavano tutelati”. Così Luca Palamara durante la trasmissione Non è l’Arena su La7, domenica sera, a proposito della frase sull’attacco a Salvini, quando il leader della lega era ministro dell’Interno. La frase su Salvini? “Va circostanziata”, dice ancora. “Si vuole sintetizzare in maniera frettolosa e sbagliata un ragionamento. Quella è una frase decontestualizzata”.

“Quando si comunica in segretezza, come stabilito dalla nostra Costituzione per le comunicazioni, ci sono situazioni in cui non si può mai pensare che un giudizio, magari espresso in maniera frettolosa, o sintetica, o errata possa diventare di dominio pubblico. E quando lo diventa bisogna dire quando si è sbagliato e riconoscere che quelle frasi non rispecchiano fedelmente il pensiero”. Così, sulle chat che lo hanno visto protagonista nei giorni scorsi.

“Temo una cosa: che se si va a dibattimento a Perugia ci sarà molto sangue, perché usciranno altri nomi. Conviene alla magistratura?”. A questa domanda di Massimo Giletti, che lo ospita in studio, Luca Palamara risponde così: “In questo momento ho assunto le vesti dell’indagato e come tale mi difenderò nel processo, utilizzando tutti gli strumenti che l’ordinamento mette a mia disposizione”.

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