Enzo Piccinini: c’è il nulla osta del Vaticano al processo di beatificazione

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Il Vaticano ha dato il nulla osta al processo di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio Enzo Piccinini. L’annuncio è arrivato il 26 maggio, a conclusione della Messa per il 21esimo anniversario della morte del medico emiliano dirigente nazionale di Comunione e liberazione, figura a cui Tempi ha dedicato uno speciale nel maggio scorso. È stato monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena, che ha celebrato il rito insieme al vescovo di Imola Giovanni Mosciatti, a ufficializzare la «comunicazione molto bella» nella cattedrale di Carpi, città di cui è amministratore apostolico.

Il nulla osta di Roma al processo di beatificazione arriva ad appena un anno dall’accoglimento, da parte della diocesi di Modena, dell’istanza per l’avvio della causa. Un fatto che «non poteva essere più inaspettato», ha detto Massimo Vincenzi, presidente della Fondazione Enzo Piccinini, promotrice della causa, dal momento che la stessa postulatrice, Francesca Amedea Consolini, «prevedeva tempi ancora molto lunghi» per la realizzazione di questo passo. Tutto merito «della personale cura e attenzione di don Erio perché possano procedere positivamente gli iter della causa di Enzo e degli altri servi di Dio e venerabili di cui sono ricche le nostre diocesi», ha sottolineato Vincenzi.

Nel dare la notizia ai fedeli raccolti nella cattedrale di Carpi per ricordare Enzo Piccinini, come si vede nel video riprodotto in questa pagina (a partire dal minuto 47 e 56 secondi), l’arcivescovo Castellucci ha paragonato «il cammino per la proclamazione della santità» al percorso che uno studente universitario deve compiere per diventare medico. Il primo passo è «il concorso di ammissione: come diocesi di Modena noi l’anno scorso abbiamo “iscritto” Enzo», ha detto Castellucci. Dopo di che «Roma deve rispondere: uno deve essere ammesso», e così può «iniziare l’iter per la beatificazione vera e propria, che ritorna in diocesi». In Medicina questa sarebbe, secondo il presule, la fase degli «esami», a cui segue, se tutto va bene, «la laurea triennale», ovvero la beatificazione, a cui si accede con «la tesi» e cioè il primo miracolo. Infine, «c’è la laurea quinquennale», la canonizzazione, che richiede «un’altra tesi», ossia «un altro miracolo».

Esattamente come nell’università, ha concluso l’arcivescovo, l’intero iter «può durare 3 anni, 5 anni, a volte anche di più». Nel caso di Piccinini, «non sappiamo quanto durerà, però c’è un popolo che sostiene Enzo e questo si sente: diciamo che c’è una bella raccomandazione, speriamo che funzioni». Ed ecco l’annuncio, presentato sempre in analogia con il percorso accademico: «L’altroieri è arrivata una raccomandata da Roma, perché il 14 febbraio, raccogliendo tutte le testimonianze, è stata finalmente presentata da parte della diocesi la domanda di iscrizione al concorso».

A questo punto Castellucci ha preso in mano la missiva giunta dal Vaticano e ha detto con una battuta: «Per darmi un tono vi leggo due righe in latino, poi traduciamo». Ma la traduzione non è stata necessaria, perché al «nihil obstare» letto dall’arcivescovo è scattato l’applauso in cattedrale. «Ne deduciamo che tutti sapete il latino», ha osservato “don Erio”, esprimendo infine la sua «grande gioia perché un secondo passo è stato fatto. Adesso veramente si tratta di lasciar parlare il popolo di Dio attraverso le testimonianze che riguardano Enzo. Il resto mi pare che lo stia facendo lui».

 

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