Di Maio “Turismo, presto la ripartenza” (Corriere del Trentino)

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La linea della frontiera (temporale) è fissata al 15 giugno, quando si potranno varcare altre frontiere (fisiche) «per ripristinare i flussi turistici e aiutare le regioni del nord, tra cui Trentino e Alto Adige, che sono quelle che più hanno sofferto la pandemia». Una ripartenza insieme («Ci opponiamo ad accordi bilaterali escludenti»), ma «con regole uniformi per non disorientare i turisti» afferma Luigi Di Maio, ministro per gli Affari esteri, che negli ultimi giorni sta tessendo la trama per fluidificare i confini.

Ministro, le regioni transfrontaliere e quelle a vocazione turistica — come Trentino e Alto Adige — reclamano una celere riapertura delle frontiere (interne ed esterne) per favorire i flussi turistici. Qual è la crono-agenda delle riaperture?

«Stiamo lavorando proprio per ottenere questo risultato. E anche il ministro Franceschini sta svolgendo un lavoro intenso. Ovviamente ci siamo opposti ad accordi bilaterali tra singoli Stati, perché andrebbe contro lo spirito dell’Unione europea rischiando di penalizzare singoli Paesi come l’Italia. All’ultimo vertice con i colleghi tedesco, austriaco, greco, sloveno, cipriota e maltese abbiamo messo in chiaro proprio questo. Ed è stato un primo passo nella giusta direzione. Bisogna sbloccare i flussi turistici e permettere ai turisti provenienti da altri Stati di poter arrivare in Italia senza alcun problema. Serve un lavoro di squadra tra gli Stati europei. E lo sto ribadendo a tutti i ministri degli esteri che sto sentendo giornalmente. Sappiamo bene che il turismo in Italia muove una grande fetta dell’economia nazionale e non possiamo permetterci di rimanere isolati. Le regioni del Nord, tra cui Trentino e Alto Adige, sono quelle che sono state colpite di più da questa emergenza e hanno sofferto troppo. Mi batterò affinché tornino a rialzarsi presto. I mesi estivi sono molto importanti per negozianti, imprenditori, artigiani. E l’estate deve segnare la ripartenza del nostro Paese».

Il 3 giugno dovrebbe esserci la riapertura della mobilità interregionale anche se non sono ancora chiare le regole. L’idea di fissare ogni venerdì, in base all’indice RT, da quali regioni ci si può spostare e verso dove rischia di disincentivare le prenotazioni turistiche e di colpire l’economia. La discussione è aperta. Quale è la sua posizione?

«Io sono dell’idea che il Paese deve ripartire unito. Nessuna regione deve essere penalizzata. Ovviamente bisogna analizzare bene i dati, è molto importante monitorare i contagi. E subito dopo tracciare una linea. Ad oggi il 3 giugno è la data che sbloccherà la mobilità interna al Paese, ci si potrà spostare finalmente da una regione all’altra. Non dobbiamo, però, abbassare la guardia. Ho visto grande senso civico dalla maggior parte della popolazione e questo ci ha permesso di anticipare anche le riaperture di negozi e aziende. Questa è la strada da seguire».

Alto Adige e Trentino si sono scontrati duramente in questi giorni con l’Austria che ha dichiarato di voler mantenere chiuso il Brennero e gli altri valichi di accesso all’Italia anche dopo il 3 giugno. Ha sentito il suo omologo austriaco Alexander Schallenberg? Quando pensa che si potrà tornare alla libera circolazione delle persone in tutta l’area Ue?

«Ho sentito il mio collega Schallenberg più volte in questi giorni. L’ultima lunedì e insieme abbiamo convenuto quanto sia importante lavorare per una libera circolazione in Europa. Nei colloqui che intrattengo con gli altri Stati la data del 15 giugno è quella che viene considerata la più attendibile per la ripartenza. Per quanto ci riguarda, se i dati interni continueranno a mantenere questo trend, da metà giugno l’Italia sarà pronta ad ospitare i turisti europei. Dopodiché occorre anche stabilire una omogeneità di regole nelle regioni, perché noi abbiamo tutta l’intenzione di premere l’acceleratore, ma è complicato dare garanzie all’estero se c’è una difformità di approccio da regione a regione, ovviamente anche il turista viene disorientato. Ad ogni modo, da parte dell’Austria c’è la chiara volontà di collaborare e quindi permettere ai turisti tedeschi di attraversarla per arrivare in Italia».

Se invece mantenesse il blocco del Brennero?

«Le dico chiaramente che se dovranno esistere blocchi o chiusure, l’Italia non resterà in silenzio. Sappiamo bene che il turismo è fondamentale per noi quindi stiamo lavorando notte e giorno per sbloccare la situazione, ma ripeto: molto dipende dalla situazione interna».

Nel caso in cui l’Austria e altri Paesi Ue decidano di sfilarsi dalla ripartenza come vi muoverete? Ritiene che quella austriaca sia una posizione dettata dalla volontà di speculare sul mercato turistico?

«È normale che ogni Stato provi a giocare una partita a proprio favore. Ma non è accettabile che lo faccia a discapito di altri. Se di competizione vogliamo parlare, allora dovrà essere leale e sana. Perché in caso l’Italia si farà sentire e ha molto da dire. In ballo c’è l’interesse del nostro Paese e la sopravvivenza delle singole regioni che hanno già dovuto affrontare una seria crisi sanitaria e adesso devono essere messe nelle condizioni di avere strumenti per affrontare anche una crisi economica. Raccolgo seriamente le preoccupazioni di alcuni governatori del nord e a loro voglio dire che nel ministero degli Affari Esteri e nel governo hanno un alleato. Giochiamo insieme, facciamolo da squadra e portiamo a casa il risultato».

L’altro lato della medaglia è la salute: con la graduale riattivazione dei flussi turistici crescerà anche il rischio dei contagi e di una recrudescenza del virus. Come pensa si possano circoscrivere questi rischi?

«La salute è la priorità. Durante questa fase non abbiamo improvvisato nulla e abbiamo sempre seguito le indicazioni del comitato scientifico. E adesso a queste si sono aggiunte anche quelle della task force. Ogni passo del governo è sempre stato compiuto con prudenza analizzando i dati. Ci sono delle regole che vanno seguite: dall’uso di dispositivi di protezione alle distanze da mantenere. Evitando anche gli assembramenti. Bisogna seguirle con attenzione».

Con l’Austria ci sono da tempo anche problemi legati all’autotrasporto e ai limiti che Vienna impone nei passaggi. A che punto siamo?

«Anche durante la crisi legata alla pandemia, il traffico attraverso il Brennero non si è mai interrotto. Ho affrontato la questione dei trasporti e del passaggio in Austria con il collega Schallenberg lunedì. Alcuni limiti imposti dall’Austria all’autotrasporto sono legati a problemi di tipo ecologico e non hanno nulla a che vedere con il coronavirus. Su questa problematica, stiamo portando avanti un dialogo costruttivo sia bilateralmente sia a Bruxelles e sono fiducioso che si possa trovare una soluzione vantaggiosa per tutti in tempi ragionevoli».

Lei recentemente ha dichiarato che bisogna abbassare le tasse. Complicato in questa situazione di crisi e di debito pubblico.

«Non ci sono altre soluzioni, lo dico da diverse settimane. E sono contento che anche il ministro Gualtieri e il presidente Conte abbiamo ribadito che bisogna andare avanti con una riforma fiscale. La crisi ha colpito gli italiani: famiglie, imprenditori, artigiani hanno bisogno di ossigeno per andare avanti. Dunque è doveroso abbassare le tasse, solo così potremo far ripartire il Paese. E lo faremo usando anche i soldi del Recovery Fund».

Nella gestione della pandemia c’è stata una contrapposizione, anche, tra presidenti di Regione e governo, urti tra visioni differenti. Come la analizza?

«Non mi vedrà mai giudicare i governatori, così come i sindaci, perché si sono ritrovati in prima linea a fronteggiare un’emergenza senza precedenti e nessuno in questo momento può permettersi di puntare il dito contro qualcuno. Hanno visto la sofferenza negli occhi delle persone. Ho più volte detto che, soprattutto in questa fase, non devono esistere colori politici ma dobbiamo tifare tutti Italia e, sostenere i territori».

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