Lupo, FederFauna e ACR sostengono il progetto Carta Europea delle predazioni

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FederFauna, Confederazione Sindacale degli Allevatori, Commercianti e Detentori di Animali, con ACR, Associazione per la difesa e la promozione della Cultura Rurale, sostengono il progetto “Carta Europea delle predazioni”.

Il progetto, lanciato in Francia dal “Collettivo L113” impegnato a difendere il benessere delle mandrie al pascolo, gia’ sostenuto in Svizzera dalla “Associazione Romande pour des Territoires Sans Grands Predateurs”, e’ stato recentemente presentato in Italia, dove il proliferare dei grandi predatori, lupi in particolare, sta avendo un impatto sempre piu’ significativo.

FederFauna, che difende gli interessi degli allevatori di qualsiasi specie, ha da subito appoggiato l’iniziativa, che mira a coinvolgere sia gli allevatori che i cacciatori che, piu’ in generale, tutti i portatori di interessi del mondo rurale.

La Carta Europea delle predazioni potrebbe raccogliere dati indispensabili, che oggi, secondo diversi pastori e malgari che operano in diverse Regioni Italiane, sarebbero carenti. Pare, infatti, che molte volte sia difficile dimostrare un danno da predazione, ad esempio quando i predatori portano via le carcasse degli animali che uccidono. E anche trovando le carcasse, spesso il risarcimento ottenibile non coprirebbe nemmeno le spese per smaltirle.

Cosi’ molte predazioni semplicemente non risulterebbero, perche’ non verrebbero segnalate, dando la possibilita’ ai soliti animalisti di stimare molti meno predatori di quelli che ci sarebbero in realta’ o sostenere che comunque non producano danni.

I danni, invece, ci sarebbero eccome e a subirli non sarebbero solo innocenti agnellini, vitelli o qualche cane malcapitato, ma l’intera filiera che sui pascoli produce latte, carne e formaggi di qualita’ e a caduta anche i consumatori.

FederFauna ed ACR considerano quindi la Carta Europea delle predazioni uno strumento quanto mai utile, non solo per gli allevatori o i cacciatori, ma anche per i tecnici e per tutti coloro che dalle attivita’ rurali traggano beneficio anche non economico.

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