I “Momix” non si smentiscono mai: sono magici!
Nunzia Bernardini
BARI – “Alice” il loro ultimo spettacolo conferma il successo ed il consenso che da decenni riscuotono, sia da parte del pubblico che della critica, in tutto il mondo.
Onirica e visionaria è l’ispirazione di Moses Pendleton, con la co-direzione di Cynthia Quinn, e si traduce in “quadri”, ben diciotto, nei quali la danza è la protagonista assoluta: fantastica, appassionante, visionaria e mutevole.
I danzatori-illusionisti quasi si materializzano sul palcoscenico, appaiono e si trasformano in un continuum armonico, capace di coniugare musica, luci, scenografia digitale e corpi in movimento.
E proprio la leggerezza di quei corpi sembra in grado di sconfessare persino la legge di gravità!
I costumi di scena, di Phoebe Katzin e Beryl Taylor, come sempre sono parte integrante della coreografia che si avvale anche di oggetti “qualunque” per conquistare e affascinare lo spettatore.
Una scala a pioli, dei grandi barattoli in cui i ballerini “scompaiono”, le maschere raffiguranti volti di bambini e sei incredibili sfere blu che aderiscono perfettamente ai danzatori quasi fossero incollate: sono alcuni degli artifici usati per stupire e meravigliare il pubblico che, come da tradizione, riempie ogni settore del Teatro e applaude convinto.
Alice, il Bianconiglio, la Regina di cuori o il Cappellaio matto sono i protagonisti della favola reinterpretata da Moses Pendleton: la fantasia letteraria di Lewis Carroll del 1865, si trasforma e trasfigura grazie alle coreografie.
Il ritmo è veloce anzi, a volte, troppo rapido in alcuni passaggi come quello del ragno bianco le cui evoluzioni si dissolvono troppo presto.
Gli effetti scenici di “Cracked Mirrors” sono davvero notevoli: la scena si muove, si scompone e riflette lampi di luce: gli specchi si inclinano, ingannano l’occhio e moltiplicano la realtà di volti, gambe, luci e colori.
Il pubblico fedele ai Momix non si è lasciato sfuggire questo ennesimo incontro con la magia della danza moderna.
Imperdibile!
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