SSk: Gabrovec, Regione e Comune TS dicano no a iniziative antistoriche

Friuli Venezia Giulia

Di

 

TRIESTE –  Il consigliere regionale Igor Gabrovec

(Ssk) richiama in una nota quanto pubblicato, a proposito del
l’incendio del Narodni dom, nel Vademecum per il Giorno del
Ricordo, edito l’anno scorso (con il contributo della Regione) a
cura dell’Istituto regionale per la storia della Resistenza e
dell’età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia: “Il 13 luglio
1920, l’incendio del Narodni dom, il più moderno e importante
centro culturale delle organizzazioni slave della città, segnò il
trionfo dello squadrismo fascista e del capo carismatico
Francesco Giunta, che in quell’azione ripose l’essenza del
fascismo di confine, mentre le autorità civili e militari
rimanevano a guardare, senza opporre alcuna forma di contrasto.
Nel disordine violento delle squadre, infatti, intravvedevano, la
possibilità di ristabilire l’ordine che esse non erano capaci
d’imporre con i mezzi della tradizione liberale, mentre, al loro
interno, non mancavano forme di complicità e di condivisione
rispetto al nuovo soggetto politico”.

“Appare quindi – sottolinea Gabrovec – quanto meno contradittoria
la scelta di prestare la Sala regionale Tessitori quale sede per
una conferenza programmata per il giorno 21 febbraio che punta a
diffondere una teoria palesemente falsa, strampalata e
antistorica, secondo la quale sarebbero stati i “terroristi
slavi” nel 1920 a provocare tutta una serie di nefandezze, fra le
quali spiccherebbe addirittura l’autoincendio del Narodni dom. Un
altro convegno dello stesso tenore – aggiunge il consigliere
della Slovenska Skupnost – si spinge a sbeffeggiare
ulteriormente, parlando di ‘falso vittimismo slavo'”.

“Così facendo i promotori di questi incontri pseudo storici non
fanno che seguire il solco delle teorie proprie di CasaPound e di
analoghi sodalizi dell’estrema destra nazionalista – avverte
Gabrovec -. La Regione e il Comune di Trieste prendano le
distanze da tali iniziative che non da ultimo ledono i rapporti
tra le diverse comunità e la collaborazione transfrontaliera,
oltraggiando la memoria di quanti hanno subito ogni genere di
soprusi durante il ventennio fascista e la guerra che ne è
conseguita”.

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