In Puglia, i miliardi si gettano.

Dopo il miliardo fantasma di Arcelor Mittal, ecco qua un altro miliardo. Quello della Banca Popolare di Bari. Questo bello reale. Altroché! Peccato che non c’è più.

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In Puglia, i miliardi si gettano.
Dopo il miliardo fantasma di Arcelor Mittal, ecco qua un altro miliardo. Quello della Banca Popolare di Bari. Questo bello reale. Altroché! Peccato che non c’è più. Non si sa dove sia finito. Ma si sa molto bene da dove è arrivato: dai piccoli risparmiatori pugliesi che sono stati indotti o costretti ad investire in titoli rivelatisi, nel giro di pochi anni, carta straccia. Non certo da grossi investitori. Anzi, pare che questi ultimi – perché amici degli amici o perché incazzatisi prima e più degli altri? – i loro soldi li hanno riavuti.
Ma è solo uno dei vari profili di questa vicenda su cui i Magistrati della Procura della Repubblica di Bari stanno indagando.
Ben difficilmente indagheranno, invece, sulle lodi sperticate che giornalisti dei maggiori organi di informazione locale tessevano, sino a poco tempo fa, per il management di quella banca. 
Sono gli stessi che adesso appaiono tutti stupiti, increduli, scandalizzati. Quelli che ora esclamano con una mano tra i capelli e l’altra sulla bocca semiaperta: “o mamma mia che guaio hanno combinato!”
Non avevano capito ciò che un po’ tutti sapevano? O mentivano sapendo di mentire? Magari disorientati da una congrua sponsorizzazione?
Che la pensionata – finanziera non stesse leggendo il Sole 24 ore, e tanto meno il Financial Times, lo sapeva bene, ma nemmeno stava leggendo post su Facebook, dove ognuno scrive le puttanate che gli passano per la mente (come faccio io). Un minimo di informazione corretta se l’aspettava e magari avrà accordato fiducia alla banca pure sulla base di quella.
Cari giornalisti, “anche se vi credete assolti siete lo stesso coinvolti” (Fabrizio De Andrè).
Per cui prendete pure voi una parte di quel miliardo … di vergogna!

Paolo Marra

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