Come cambieranno i processi civili

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Con le nuove norme – 15 articoli in tutto – il governo è delegato ad adottare “uno o più decreti legislativi” per la “semplificazione, speditezza e razionalizzazione” del processo civile.

Dimezzare la durata delle cause civili, eliminando ‘tempi morti’ e lungaggini processuali: questo l’obiettivo dichiarato dal Guardasigilli Alfonso Bonafede della riforma che arriva al vaglio del Consiglio dei ministri. Un disegno di legge delega, approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri, che sarà quindi accompagnato da decreti attuativi, con cui punta a una maggiore efficienza della giustizia civile, snodo centrale non solo per i cittadini ma anche per imprenditori e investitori.

Con le nuove norme – 15 articoli in tutto – il governo è delegato ad adottare “uno o più decreti legislativi” per la “semplificazione, speditezza e razionalizzazione” del processo civile “entro un anno” dalla data di entrata in vigore della legge delega, “nel rispetto della garanzia del contraddittorio” e per avere procedimenti più veloci: dai dati 2018 emerge che i processi civili con rito ordinario in primo grado hanno avuto una durata media pari a 1.270 giorni e 1.296 giorni in appello.

Le principali novità del testo.

RITI SEMPLIFICATI E GIUDICE UNICO
Sono previste la riduzione dei riti speciali e l’abrogazione del procedimento ordinario di cognizione introducendo, un “rito ordinario davanti al tribunale in composizione monocratica”: un rito semplificato (modellato sullo schema del rito sommario di cognizione, integrato con quello del rito lavoristico), con la previsione che sia “esclusivo e obbligatorio” in tutti i casi in cui il giudice decide in composizione monocratica, fatta eccezione per le cause davanti al giudice del lavoro.

Nuovi criteri per una maggiore speditezza vengono introdotti per le esecuzioni, nonché per i procedimenti riguardanti lo scioglimento di comunioni. Un altro passo per la semplificazione viene compiuto con l’unificazione dei procedimenti di impugnazione dei licenziamenti.

CALENDARIO PROCESSUALE
Il giudice, quando provvede sulle istanze istruttorie, deve predisporre il calendario del processo.

NOTIFICHE E ATTI TELEMATICI
In tema di notificazioni, lo strumento informatico viene incentivato ai massimi livelli. Nei procedimenti davanti al giudice di pace, al tribunale, alla Corte di appello e alla Cassazione, il deposito dei documenti e atti deve avere luogo “esclusivamente con modalità telematiche o anche mediante altri mezzi tecnologici”, salvo eccezioni in casi urgenti per problemi al sistema informatico. Viene poi rivista la disciplina delle modalità di versamento del contributo unificato per i procedimenti dinanzi al giudice ordinario.

MEDIAZIONE E NEGOZIAZIONE
La legge delega prevede l'”estensione o esclusione” delle materie interessate dal tentativo obbligatorio di mediazione o negoziazione assistita. Nel settore dei contratti bancari ed assicurativi e sulla “colpa medica”, la riforma esclude il ricorso obbligatorio, in via preventiva, alla mediazione per queste materie, “fermo restando il ricorso alle procedure di risoluzione alternativa delle controversie previsto da leggi speciali”.

Per quanto riguarda la negoziazione assistita, si è previsto di escluderne l’obbligatorietà del tentativo per le controversie relative alla circolazione stradale, mentre tale strumento potrà essere esteso a quelle disciplinate dall’articolo 409 del codice di procedura civile (controversie individuali di lavoro). Per incentivare lo strumento della negoziazione assistita si prevede poi la possibilità di utilizzo di un unico modello di convenzione elaborato dal Consiglio nazionale forense per cui gli avvocati possano svolgere attività istruttoria preventiva, per anticipare l’acquisizione del materiale probatorio da utilizzare nel corso della stessa procedura di negoziazione nel rispetto del contraddittorio.

SENTENZE SINTETICHE E CHIARE
Nella riforma si sottolinea che gli atti di parte e i provvedimenti emessi dal giudice devono essere improntati a “criteri di chiarezza e sinteticità” in modo da permettere una facile consultabilità da parte di avvocati e cittadini.

VIA IL FILTRO IN APPELLO

La legge delega prevede l’abrogazione del filtro in appello – un preventivo giudizio di ammissibilità del ricorso – che era stato introdotto nel 2012. Per scongiurare la presentazione “anche reiterata” di istanze infondate o inammissibili, inoltre, la delega prevede, l’introduzione, in caso di declaratoria di inammissibilità o manifesta infondatezza, di un’ulteriore pena pecuniaria “da determinarsi nella misura da due a quattro volte rispetto a quella già attualmente prevista”.

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