“L’amore è un circolo vizioso”: intervista a Tiziana Pasetti

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

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Può l’amore trionfare in uno scenario drammatico come quello della guerra che sconvolse l’ex Jugoslavia negli anni Novanta? “Natalija” il romanzo di Tiziana Pasetti, edito da Reading With Joy, un’innovativa linea editoriale diretta da Susanna Barbaglia, testimonia quanto questo sentimento sia così travolgente e potente  e in grado di sopravvivere a qualsiasi limite, dramma e conflitto.

Natalja è una giovane donna che si distingue per la sua forte personalità. È determinata e coraggiosa di fronte alle difficoltà della vita e alle emozioni intense a cui non sa dare nome. Si ritroverà a vivere senza freni e limiti due tipi di amore diverso che vivrà a pieno e senza riserve.

“Natalija” è ambientato negli anni Novanta, durante gli anni feroci e drammatici della guerra che devastò il territorio della ex Jugoslavia che rase al suolo tante città e infranse le vite di innumerevoli famiglie. In uno scenario così tragico, Natalija innamorata da sempre di Dragan, un caro amico di famiglia, improvvisamente si ritroverà senza certezze e appigli per se stessa e per il futuro della sua nazione.

A causa della guerra, Natalija e Dragan (che rappresenta le sue origini e la sua parte razionale) saranno costretti a separarsi. Destabilizzata dalla distanza fisica con Dragan e dalla morte della sua migliore amica, Natalija troverà conforto tra le braccia di Ivan (che incarna la passione più travolgente). Divisa tra due amori che rappresentano due parti separate di sé, Natalija sopravviverà al dolore e alla sofferenza credendo fermamente nell’amore vero e passionale. Si trasformerà da una ragazzina alle prese con il primo amore ad una donna matura e piena di nuove consapevolezze su stessa e l’amore.

Un romanzo che trasuda emozioni intense e passione pura quello scritto magistralmente dalla Pasetti. Questa storia incita il lettore a lasciarsi andare alla passione vera e intensa che va vissuta senza farsi troppe domande perché l’amore è qualcosa di potente in grado di farci sentire vivi anche quando la realtà che ci circonda è minacciosa. Non si può sfuggire per nessuna ragione.

Dell’amore passionale e di questo romanzo emozionante parliamo con la scrittrice Tiziana Pasetti in questa esclusiva intervista realizzata in collaborazione con Reading with Joy.

 

Com’è nata l’idea di scrivere questo intenso romanzo d’amore ed eros?

Ero in viaggio verso Sarajevo e all’aeroporto di Roma mi cadde lo sguardo su una donna piccola, mora, pelle pallidissima. Era con un uomo e due ragazzi, una femmina e un maschio. La salutarono, l’uomo con un bacio sulle labbra. Erano bellissimi, avvinghiati. Abbiamo volato verso Belgrado insieme, sostato in attesa del volo successivo nella stessa area. Quando siamo scesi e usciti dall’aeroporto della capitale bosniaca la donna è volata tra le braccia di un uomo molto bello, più grande di lei di parecchi anni. Si sono divorati di baci. Lei era semplicemente un’altra donna, trasfigurata. Ho pensato: ecco, è possibile. Amare e non dover scegliere, amare e non doversi scindere. Avevo le dita delle mani impotenti: resistere a quella storia era impossibile, dovevo scriverla. 

 

 Cos’è per lei l’amore passionale come quello vissuto dalla protagonista del suo romanzo?

 

L’unica forma di amore che conosco. Non concepisco l’amore senza la passione che ti invade come un fiume in piena. Esistono molti modi di amare, alcuni potremmo definirli saggi, maturi. Ma io non li conosco e neanche voglio conoscerli, mi spaventano.

Natalija è a duello tra la sua parte istintiva rappresentata da Ivan e quella razionale incarnata da Dragan. Come spiega questa dualità insita nell’animo umano soprattutto quello femminile?

Io non so se questa dualità appartenga solo al mondo femminile, non ne sono convinta. Posso dire però che forse dovremmo smettere di tentare spiegazioni, di cercare di capire. Capire, in amore, non risolve. Ivan è istinto? Ivan è la linfa, per Natalija. Dragan è razionalità? Dragan è radici. Radici e linfa si completano, sono indispensabili entrambe. Quando smette di combattere Natalija vince la sua guerra interiore, trova una pace e un equilibrio che non hanno nulla a che fare con una scelta diplomatica. In lei, nel suo cuore, ci sono confini naturali e definiti, invalicabili: al di qua c’è Ivan, al di là c’è Dragan”

 

Quanto di Tiziana Pasetti possiamo rintracciare in Natalija?

Di Natalija nulla. Di Dragan neanche. Sono due caratteri strepitosi, completi, coraggiosi. Magari avere anche solo un pizzico della loro personalità. Di Natalija forse ho solo la fisicità, la furia del contatto, la bramosia del morso. Per il resto sono semplicemente Ivan. 

Nel suo romanzo ha voluto rappresentare lo scenario drammatico della guerra che si combatté negli anni Novanta nell’ex Jugoslavia. Quanto l’amore è terapeutico durante eventi tragici di questo tipo?

La guerra nei Balcani è stata lunga, l’assedio di Sarajevo implacabile, soffocante e drammatico oltre ogni immaginazione. Ho voluto raccontare una storia che scorresse parallelamente ai lanci delle granate: impossibile credere che in quegli anni la gente abbia smesso di innamorarsi. Ed è impossibile credere che in guerra l’amore guarisca tutto ad un tratto trasformandosi in un amore fatto di sentimenti basati sulla rettitudine, sulla necessità, sulla ‘bontà’. Volevo l’amore che può capitare, quello che ti salva dalla quotidianità e ti manda felicemente in rovina, non importa se fuori esplodono le bombe o la noia, la routine. L’amore è tremendo: cura e fa ammalare, è un circolo vizioso dal quale è impossibile chiamarsi fuori. 

Nataija si ritrova a crescere da sola sua figlia. C’è un messaggio che vorrebbe trasmettere a tutte le donne che si ritrovano a vivere nella stessa condizione?

Natalija fa crescere, con l’aiuto di una cara amica di famiglia, una figlia speciale, un legame con un uomo che non può e non vuole dimenticare. Ho voluto immaginare una maternità drammatica ma innamorata. Una gravidanza non cercata, accaduta per caso, ma alla quale Natalija si aggrappa per non cedere alla disperazione. Anche la maternità è una guerra e non è certa la vittoria, non è sicuro il legame d’amore dopo la nascita tra madre e figli. Non posso dare consigli, sono madre, non so darli; posso solo esprimere tutta la mia comprensione verso ogni donna: accompagnare chi nasce da noi è difficilissimo.

In diverse occasioni Natalija si ritrova ad avere sfiducia nell’amore perché fonte di illusioni e dolore.  Per lei quando è un amore è sano?

Se mi avesse chiesto se Dio esiste, quando e come è nato l’Universo, se è nato prima l’uovo o la gallina, ecco, sarebbero state domande più semplici di questa. 

 Perché il lettore de IlCorriereNazionale.net dovrebbe leggere Natalija?

Perché tutti moriamo costantemente dalla voglia di innamorarci in modo forte, distruttivo; tutti cerchiamo la pace nella confusione. Perché dentro di noi siamo tutti in guerra. Perché c’è una pagina di storia che si è svolta a pochi passi dal nostro Paese che abbiamo dimenticato ma che ancora conserva ancora fratture esposte e cicatrici delicatissime. Sarajevo è un luogo di ritorno, una cassa toracica che contiene il respiro e il battito del mondo.

Mariangela Cutrone

 

   
 

 

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