Umbria: un voto locale dal sapore nazionale

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La candidata del centrodestra (di nuovo) unito Donatella Tesei (57.5%) ha riportato una vittoria schiacciante sul candidato di centrosinistra Vincenzo Bianconi che si ferma intorno al 37%. Nulla di nuovo, direbbe qualcuno, ma molto ha da dire sul clima politico nazionale.

La Lega ha riportato quasi il 38%, Fratelli d’Italia, non solo aumenta il proprio consenso (10.4%) ma supera addirittura Forza Italia (8.4) che, in una delle regioni storicamente rosse, è un importante segnale della salute politica delle regioni italiane. Per la prima volta dalla sua istituzione, l’Umbria non avrà una giuda di centrosinistra. Il risultato tuttavia non dovrebbe stupire più di tanto visto che alle ultime europee del 26 maggio 2018, la Lega aveva ottenuto circa il 38%, senza contare che molte amministrazioni comunali (circa il 62%) attualmente sono l’espressione di un centrodestra a trazione leghista.

L’Umbria però non può essere definita una prova regionale delle dinamiche nazionali perché ha interessato il voto di (soli) 700mila elettori; tuttavia è diventata un palcoscenico elettorale per tutte le forze politiche. Se il centrodestra (ri)mette alla prova la propria tenuta elettorale, anche se i rapporti di forza al proprio interno tra i soggetti politici sono notevolmente cambiati, il centrosinistra risulta indebolito così come il Movimento 5 Stelle (7.4%). Il partito pentastellato, non solo dimostra ancora una volta di non avere appeal a livello locale continuando a ottenere scarsi risultati elettorali nelle elezioni subnazionali, ma soprattutto non è riuscito neanche ad essere una degna spalla per il centrosinistra.

Questa elezione, non sarebbe dovuta essere una prova locale delle coalizioni governative a causa del suo limite territoriale. Lo è diventata però nel momento in cui la nuova coalizione di governo ha deciso di presentare un candidato comune, specchio dell’attuale asse Pd-M5S che siede a Palazzo Chigi. Lo è diventata soprattutto nel momento in cui a Narni si è recato anche il premier Giuseppe Conte trasformando la competizione regionale in un giudizio sul governo. Lo è diventata nel momento in cui la fortissima mobilitazione da parte delle forze politiche si è tradotta in un aumento dell’affluenza (64.42%, nel 2015 55.43%) sottolineando la percezione, da parte dell’elettore, della rilevanza di questa competizione.

L’unico vero vincitore è (forse) Matteo Renzi e della sua Italia Viva che si è tenuto volutamente defilato dalla competizione in Umbria. Perché? Forse è stato l’unico consapevole della vera portata della competizione, impegnato ad accogliere gli insoddisfatti dell’area moderata di centrodestra e centrosinistra e a rafforzare la sua nuova creatura politica in vista di appuntamenti ben più importanti.

Di Sara Carullo

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