Affrontare la vita come su un ring: intervista a Riccardo Gazzaniga

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

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Cosa hanno in comune Giada Pastorino e Ruggero De Roma, i protagonisti del nuovo romanzo Colpo su Colpo di Riccardo Gazzaniga edito da Rizzoli? La prima è un’adolescente che cerca di affermare la sua identità sessuale combattendo contro i pregiudizi e le etichette della società odierna. Ruggero De Roma è un ex campione di savate tormentato da un passato fantasma che non gli lascia tregua. Entrambi custodiscono un dolore nella propria anima. Lo combatteranno nonostante le tante avversità che infliggeranno loro tanti colpi da evitare e affrontare con coraggio e determinazione. 

Ciò che questo romanzo ci insegna è che nella vita non è importante solo vincere ma conta piuttosto come combattere. Lo si deve fare sempre, a testa alta, petto in fuori come su un ring. La vita è piena di colpi, imprevisti, sconfitte, dolori di fronte ai quali non si può scappare ma impegnarsi a resistere.

Colpo su colpo è un romanzo ambientato in una Genova reduce dal tragico crollo del Ponte Morandi. Affronta diverse tematiche attuali e sociali come il bullismo, l’affermazione dei diritti dei gay, la depressione, l’incomunicabilità tra genitori e figli con una scrittura che ammalia il lettore e lo invoglia a leggere capitolo dopo capitolo le vicende di una storia che è pura vita. I personaggi di cui si arricchisce la storia sono ben delineati psicologicamente e contribuiscono a creare una visione completa e collettiva delle vicende narrate. Tutto merito della spiccata sensibilità e dell’abilità di uno scrittore come Riccardo Gazzaniga che non delude mai suoi affezionati lettori.

Di com’è nata l’idea di scrivere questa storia e delle interessanti tematiche che affronta ci racconta Riccardo Gazzaniga in questa intervista spunto di molteplici riflessioni.

Com’è nata l’idea di scrivere la storia di affermazione di Giada Pastorino nella quale molti adolescenti potranno identificarsi?

L’idea di fondo è quella di raccontare una ragazza omosessuale che deve affrontare la duplice mancanza di accettazione da parte sia della scuola che dei genitori. Me ne convinsi quando una persona mi disse: “se mia figlia fosse gay le vorrei bene lo stesso. Ma preferirei di no”. Ecco, io ho voluto concentrarmi su quel condizionale, raccontando una famiglia che non accetta il modo di amare della figlia. Una mancata accettazione che a scuola si fa ancora più marcata e pericolosa.

Infatti nel suo libro lei affronta la tematica del bullismo, fenomeno molto diffuso negli ultimi anni. Da uomo dedito alla giustizia come si poterebbe contrastare secondo lei?

“Colpo su colpo” è anche una storia di bullismo e violenza sulle donne, perché Giada subisce vessazioni a scuola anche fisiche che la colpiscono nel suo genere. Credo che il bullismo sia un fenomeno molto antico, semplicemente può cambiare volto. Per esempio oggi il cyber bullismo spesso basato sulla denigrazione web o sulla minaccia di divulgare informazioni private è un tema centrale e ho cercato di raccontarlo. Dal mio punto di vista si deve agire sul piano del linguaggio, facendo comprendere quanto le parole possono ferire e persino distruggere. Dall’altro bisogna costruire reti cui i ragazzi possano affidarsi per non sentirsi soli, se sono in difficoltà. Purtroppo la grande difficoltà di chi subisce atti di bullismo è proprio cercare aiuto negli adulti.

Colpo su colpo” insegna che ognuno nel corso della propria esistenza deve fare i conti col dolore e affrontarlo come se salisse su un ring. Quanto le passioni possono essere d’aiuto nell’affrontarlo?

Tanto. Personalmente, nel privato, sto vivendo un momento di grandissimo dolore, per una grave perdita. La scrittura, la mia più grande passione che oggi è centrale nella mia vita e lo sport, cui dedico tanto tempo da anni, mi servono a tenere alcuni punti fermi.  A volte è necessario difendere gli argini, anche aggrapparcisi forte, per evitare di essere travolti.

C’è un personaggio di “Colpo su colpo” al quale è più affezionato rispetto agli altri e perché?

Amo la protagonista Giada, perché è un personaggio che fa seguire l’azione al pensiero. Non è ferma, è in movimento. È arrabbiata con il mondo, come tanti adolescenti, eppure cerca, confusamente, di essere una persona migliore. Il maestro De Roma, che la segue nello sport, è un personaggio cui sono altrettanto legato per il carico di dolore invisibile al mondo che si porta addosso. Quest’uomo ormai vinto dalla vita cerca il suo riscatto o almeno una degna conclusione aiutando la sua allieva in un estremo atto di generosità.

Essere genitori al giorno d’oggi non è facile. Nel suo libro traspare l’incomunicabilità tra genitori e figli. C’è un messaggio che vorrebbe trasmettere alle famiglie su questa tematica?

Io credo che i romanzi non vogliano trasmettere messaggi e dare risposte, al massimo porre domande, mentre raccontano una storia. Cosa farei, io lettore, in questa situazione? Sarebbe bello se un lettore di “Colpo su colpo” pensasse a come si comporterebbe al posto dei genitori di Giada, Paolo e Simona. Come si porrebbe di fronte alla figlia o al figlio se ne scoprisse l’omosessualità. Se sarebbe pronto ad accettare in toto il modo di amare o finirebbe per causare altra inutile sofferenza.

Lei riporta parti tecniche di una disciplina come il savate. Quando è come è nato questo interesse per questo sport?

Un mio caro amico è un ex campione, oggi maestro di savate.  Anni fa, dopo molte insistenze, mi ha convinto a provare questa disciplina che mescola la boxe inglese all’uso delle gambe. E non ho più smesso. Nonostante i risultati (scarsi) ho imparato a conoscere gli sport di combattimento e capire il fascino di discipline fatte di enorme dedizione e sacrificio, in cui sovente c’è un grande rispetto per l’avversario, nonostante lo si affronti su un ring. A livello narrativo inserire nella trama una sfida sportiva è stato anche divertente. E aver praticato quello sport ti aiuta a rendere la narrazione più realista, a portare il lettore sul ring.

Nel suo romanzo Giada riesce ad affrontare le difficoltà della vita grazie all’amicizia con il maestro De Roma. Per lei che valore ha l’amicizia e soprattutto si può parlare ancora di essa in quest’epoca individualista dominata dai social networks?

L’amicizia e la fedeltà ai rapporti, diciamo la lealtà in senso ampio, è un tema che ricorre in tutti i miei libri. Io penso che i social network siano uno strumento di comunicazione, a volte delicato, senza dubbio innovativo e diverso. Non amo demonizzarli. Credo che fondamentale sia l’uso che viene fatto, dei social. Possono anche essere un canale di vicinanza e contatto e condivisione, se usati in modo consapevole.

Perché il lettore de “Il CorriereNazionale.net” dovrebbe leggere “Colpo su colpo”?

Perché credo che racchiuda tanti temi abbastanza attuali: l’omosessualità raccontata in chiave femminile, il bullismo, la frammentazione della famiglia, il peso dell’apparenza e della reputazione digitale, la depressione e le sue tragiche conseguenze.  Il dolore. E la speranza di andarci oltre. Perché racconta di una Genova sospesa tra la tragedia del crollo di Ponte Morandi e la sua possibile incerta rinascita, come quella dei protagonisti. Spero di aver fatto tutto questo senza perdere il mio tratto principale ovvero l’attenzione alla trama, agli incastri narrativi. Perché l’obiettivo fondamentale resta quello che il lettore voglia girare le pagine veloci, per capire come andrà a finire.

Mariangela Cutrone

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