I lager in Libia. Dio tace ancora

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Fra quanti anni? Cinquanta, sessanta? Un secolo? Più secoli? Verrà un giorno in cui un Papa si recherà in Libia, dove da molto tempo regnerà la pace, visiterà i luoghi dove alcuni maledetti “torturavano innocenti, li tormentavano con scariche elettriche, facevano colare loro addosso plastica incandescente; li appendevano per le mani e li colpivano con bastoni di gomma e spranghe di ferro, li lasciavano per ore incaprettati a disidratarsi sotto il sole.

Terrorizzavano tutti, uccidendone alcuni e lasciando i cadaveri esposti per giorni. Sottoponevano ad interminabili, gravissime violenze sessuali donne adulte e minorenni” (L’attualità del male. La Libia dei lager è verità processuale», a cura di Maurizio Veglio – Edizioni SEB27). Visiterà, il Papa, nel “Giorno della Memoria”, i luoghi dove si perpetravano “orrori assimilabili a quelli che si verificarono a Treblinka o ad Auschwitz”. Ricorderà, il Papa, i morti annegati nel Mediterraneo, le donne, i bambini, e come un suo predecessore tanto tempo prima ad  Auschwitz,  chiederà a Dio: “Perché hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto quest’eccesso di distruzione e questo trionfo del male?”. Così va il mondo.

Renato Pierri

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