Il testimone di giustizia Cutrò: “Ho chiuso il mio sito per protesta

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Non ha più senso tenere aperto un sito per aiutare le Istituzioni che sono assenti, che non aiutano i testimoni di giustizia. Il ministro dell’Interno, dopo due mesi dalla formazione del nuovo Governo, non ha ancora dato la al sottosegretario la delega per la Commissione centrale sui testimoni di giustizia, è inaccettabile”

Ignazio Cutrò, testimone di giustizia di Bivona, in provincia di Palermo, è intervenuto a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente, per parlare delle condizioni in cui si trovano coloro che hanno denunciato la mafia.

Con parole dure e con delusione, l’ex imprenditore ha ha accusato lo Stato italiano di averli abbandonati. “Le Istituzioni sono assenti”, ha detto Cutrò, oggi impiegato nella pubblica amministrazione e presidente dell’Associazione testimoni di giustizia che si è ribellato agli estorsori che gli chiedevano il pizzo, che lo minacciavano tutte le volte che si rifiutava. Grazie alle sue denunce boss di Cosa nostra sono finiti in galera. Ignazio non ha più la scorta: quando lo Stato qualche tempo fa ha deciso di togliere la protezione personale alla sua famiglia Cutrò ha rinunciato anche alla sua: “Il bersaglio della mafia sono io, non mia moglie e le mie figlie”, ha spiegato l’ex imprenditore.

Per esprimere tutto il suo sdegno nei confronti delle Istituzioni che “ci hanno abbandonati, per il menefreghismo e l’indifferenza – ha aggiunto – ho deciso di chiudere il mio sito ignaziocutro.com”.

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