Terza Repubblica

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Sarebbe poco saggio sottovalutare l’evoluzione politica che si sta sviluppando nel Bel Paese. L’Esecutivo di Centro/Sinistra, frutto di una “manipolazione”al vertice, ne è un’evidente prova che, presto, potrebbe rallentare il primo programma politico di questa Terza Repubblica.

 Non mancano, ciò nonostante, i malintesi. Anche nei Partiti di governo. Soprattutto nel gruppo M5S. Finiti i tempi delle plateali riconciliazioni, restano i dubbi per un Esecutivo che non esprime la globale volontà della maggioranza parlamentare che lo sostiene.

Potrebbero capitare che proprio i partiti “minori” maturino strategie che consentano un diverso potere contrattuale per dare sfogo alle situazioni più nevralgiche del Paese. In politica è già capitato.

 L’interrogativo resta il ruolo dell’Opposizione. Da sola, ora, non ha i numeri per correre e i suoi possibili alleati di centro continuano a essere non affidabili. L’epoca delle mediazioni è finita. Siamo convinti che, entro il 2020, certe intese parlamentari potrebbero intralciare la linea governativa. Non sarebbe la prima volta.

 Questo è l’effettivo punto nodale della nostra realtà politica. Ma, poiché la Terza Repubblica è ancora giovanissima, resta da verificare se l’Esecutivo sarà messo nelle condizioni d’essere meno frenato dal dissenso parlamentare. I malintesi non dovrebbero, quindi, trovare riscontro tra chi ci governa e chi auspica di poterlo fare in futuro.

Giorgio Brignola

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