Cosa dirà Conte al vertice sul clima di New York

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Il premier al Palazzo di vetro dell’Onu ribadirà l’impegno italiano per gli obiettivi dell’Agenda 2030, e tornerà allo stesso tempo a chiedere una svolta a livello mondiale, per far sì che la ‘generazione Greta’ possa sul serio ottenere un appoggio anche politico alla battaglia per il clima

La battaglia per un green new deal che promuova la riconversione energetica verso un progressivo e sempre più diffuso ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto ai cambiamenti climatici si combatte in Italia e nel mondo. Il premier Giuseppe Conte è impegnato sul fronte interno a sostenere il progetto del ministro Segio Costa, ha aperto alla possibilità di tassare il trasporto aereo, le bevande gassate e le merendine per reperire fondi per la lotta ai cambiamenti climatici e ha rilanciato l’intenzione di chiedere “un patto con tutto il mondo industriale e produttivo”.

La bozza di decreto sull’emergenza climatica non è approdata in consiglio dei ministri ma il presidente del Consiglio non intende abbassare la guardia e preme affinché si trovino le risorse ad hoc per evitare problemi di copertura al provvedimento sul quale – ha spiegato – sono comunque necessari degli approfondimenti.

Da domenica sera il presidente del Consiglio sarà a New York per sollecitare decisioni sul tema ambientale a livello globale. Il premier interverrà lunedì al Vertice sull’Azione Climatica (Climate Action Summit) che sarà l’evento centrale della 74 esima Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’Italia – spiegherà Conte – ha fatto la sua parte, ha raggiunto gli obiettivi in tema di limiti alle emissioni entro il 2020 fissati in ambito Ue. E continuerà a farla. Non dispone delle risorse messe in campo dalla Germania (100 miliardi per le politiche per abbassare i livelli di CO2, per le rinnovabili, per cercare di trasformare l’industria) ma non si sottrarrà agli impegni.

All’Onu Conte illustrerà i principi che guideranno il suo governo

Al Palazzo di vetro il premier illustrerà i principi che guideranno l’azione del nuovo governo e presenterà anche le nuove sfide della sua agenda verde. Conte a New York ribadirà l’impegno italiano per gli obiettivi dell’Agenda 2030 con la proposta di Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, che tra l’altro prevede la chiusura delle centrali elettriche a carbone entro il 2025. E tornerà allo stesso tempo a chiedere una svolta a livello mondiale, per far sì che la ‘generazione Greta’ possa sul serio ottenere un appoggio anche politico alla battaglia per il clima.

Il vertice sull’Azione climatica sarà l’occasione per confermare il pieno sostegno di Roma all’Organizzazione e alla sua azione di rafforzamento della governance globale e per rivolgere un appello – viene spiegato – a rilanciare su un multilateralismo realmente efficace ed inclusivo, in grado di rispondere alle sfide chiave per il futuro del nostro pianeta e dei nostri figli.

“Noi dobbiamo incentivare la transizione all’energia ecosostenibile, un ‘green new deal'”, ha spiegato ieri Conte dal palco di Atreju. Tra l’altro l’Italia, in collaborazione con il Regno Unito, nel 2020 organizzerà la Cop26, la conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima, prevista per la fine dell’anno, che rilancerà le ambizioni dell’accordo di Parigi.

ll nostro Paese – anche grazie al ruolo di leadership mondiale di diversi tra i nostri gruppi industriali – è tra i più virtuosi nel perseguire la decarbonizzazione dell’economia e la transizione verso fonti rinnovabili. Il ruolo riservato all’Italia nell’ambito del Vertice sul Clima è – sottolineano fonti di palazzo Chigi – una conferma del capitale di credibilità e di rispetto di cui gode il nostro Paese nel sistema delle Nazioni Unite e del riconoscimento internazionale dell’impegno italiano sul tema della lotta ai cambiamenti climatici.

L’impegno dell’Italia a sostegno delle Nazioni Unite è d’altronde testimoniato dalla sua posizione di primo contributore di caschi blu tra i Paesi occidentali e settimo contributore sia al bilancio ordinario, sia a quello del peacekeeping, nonchè dalla presenza a Roma del polo Onu dell’alimentazione (FAO, IFAD, PA

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