Il ministro Trenta attacca la Lega: “Salvini ha tradito”

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Il titolare della Difesa ha imputato al ministro dell’interno Matteo Salvini la responsabilità del fallimento dell’esperienza di governo, accusandolo di aver voluto “decidere tutto da solo”  

 

Written by:  Monica Montanaro

Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, in un’intervista rilasciata a la Repubblica, ha disquisito sulla crisi di governo in corso, innescata dall’ex vicepremier Matteo Salvini, e ha esternato il suo pensiero in merito agli ultimi risvolti ‘agostani’ verificatisi con molta franchezza. Alla domanda postagli attinente al suo mandato di ministro, nel senso in quale tipo di alleanza di governo intenda proseguire il suo operato istituzionale, il ministro con estrema determinazione ha riferito: “Credo che i governi debbano nascere sui valori e sulle idee, con obiettivi a lungo termine. Serve un governo che duri quattro anni, ma che soprattutto guardi alle generazioni future”.

Indugiando sul punto critico, ossia sul rapporto governativo interrotto con la Lega, la Trenta, malgrado le posizioni contrastanti sorte tra lei e il ministro dell’Interno che hanno contrassegnato l’esperienza alla guida dello Stato, ha tenuto a rimarcare che “in termini di valori, per quanto sia distante dalla Lega, anche con loro avevamo cominciato a lavorare bene, ma è necessario essere leali”.  Alla domanda specifica riguardo la motivazione recondita e reale che ha causato la rottura del contratto istituzionale tra il M5S e la Lega, il ministro ha dichiarato: “C’è stata questa corsa in avanti, la voglia di capitalizzare anche a livello nazionale i voti delle europee, magari per qualche ministero in più” ma, puntualizza, “quando si lavora insieme è essenziale che ci sia rispetto delle competenze. Era necessaria una lealtà di fondo”. Per quanto concerne la figura del vicepremier Matteo Salvini, la Trenta ammette: “Ho visto la volontà di far vedere che era una sola persona a decidere tutto. Questo era l’inizio del tradimento”. Quando poi Salvini ha richiesto la mozione di sfiducia in capo al premier Giuseppe Conte, era palese l’intenzione del segretario del Carroccio di rompere definitivamente. Il rapporto con il ministro dell’Interno si è ulteriormente incrinato quando “si è deciso a staccare la spina, ma già prima era diventato difficile lavorare assieme”.

Il ministro della Difesa ha discettato sulle sue funzioni ministeriali e sullo stato attuale delle varie pratiche aperte al ministero. La Trenta fa un accenno sui tagli richiesti dalla Nato, che equivalgono “al 2 per cento del Pil, ma per ora non siamo a questi livelli”, e precisa, inoltre, di non aver predisposto di conseguire “l’obiettivo di ridurre ancora il budget”, in quanto “solo l’efficienza delle forze armate ci permette di dire: siamo un Paese sicuro”. Il quotidiano la Repubblica, soffermandosi sul tema bilancio, chiede al ministro se i programmi di acquisto degli f-35 rimangono confermati e per quale numero di aeromobili, a cui la Trenta risponde che “sarà il premier del prossimo governo, che mi auguro sia Conte, a gestire il dossier” relativo a tale questione. 

Elisabetta Trenta si smarca dalla morsa della domanda scomoda postegli,  replicando decisa: “Io volevo dare all’Italia un profilo da produttore e valorizzare gli investimenti come l’impianto di Cameri. Fra personale e indotto, sono 2500 persone a lavorare”.  

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