Ho ucciso io il carabiniere”, l’americano confessa

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In alto, nel riquadro, il vice brigadiere Mario Rega Cerciello. Nella foto, il luogo dove il carabiniere è stato ucciso

“Sono stato io, l’ho ucciso io”. Dopo quasi 10 ore davanti ai carabinieri di Via In Selci e agli inquirenti Elder Lee, uno dei due giovani americani fermati per l’omicidio del vice brigadiere Mario Rega Cerciello ha confessato. E’ stato lui, ha detto, ad aver accoltellato 8 volte il 35enne. Resta al vaglio il ruolo del secondo giovane americano, Natale Hjorth. Da quanto si apprende, i due avevano fretta di dileguarsi e sarebbero ripartiti ieri sera per gli Stati Uniti con un volo da Roma. Da qui, la necessità di eseguire il fermo e scongiurare così la fuga. Ma non è tutto: il giovane che ha confessato sarebbe di famiglia molto facoltosa e ha pagato il conto dell’hotel di lusso anche all’amico

Ad imprimere una svolta forse decisiva all’indagine sarebbero stati i filmati delle telecamere di sorveglianza nell’area di Piazza Mastai e dell’hotel in Prati vicinissimo al luogo del delitto, l’esame e l’incrocio dei tabulati telefonici dei telefoni personali e del telefono rubato nelle ore seguite al delitto, oltre ad alcune testimonianze insieme alle prime, parziali, analisi scientifiche sui reperti rinvenuti nella stanza da letto. Nel corso delle ricerche, gli investigatori hanno estratto da una grata un oggetto appuntito, simile a un punteruolo. Resta da capire se sia riconducibile all’omicidio. Come del resto il comune coltello da cucina che è stato estratto dal fondo di un’altra grata sul lato opposto del palazzo, all’altezza del civico 54 di via Belli.

L’omicidio è avvenuto poco dopo le 3 del mattino di ieri, quando un equipaggio della stazione di piazza Farnese è intervenuto in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i due volevano comprare droga da un pusher a piazza Mastai. Quando si sono accorti che gli aveva dato semplice aspirina, lo hanno seguito e gli hanno rubato il borsello per riavere i soldi. Sarebbe stato lo stesso spacciatore a contattare i carabinieri, dicendo di aver preso appuntamento con i due statunitensi per la restituzione della borsa. I due militari si sono quindi presentati all’appuntamento in borghese. Al momento dell’incontro però è scoppiata una colluttazione e uno dei due americani ha pugnalato il carabiniere colpendolo otto volte, una al cuore. Trasportato d’urgenza al Santo Spirito, il militare è morto intorno alle 4 dopo un tentativo di rianimazione e nel borsello non sarebbe stata trovata droga.

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