Sui migranti l’Europa resta divisa

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BARBARA GINDL / APA / AFP
 
 Matteo Salvini, Horst Seehofer

Lo scontro, non risolto durante il meeting a Helsinki tra i ministri dell’Interno, vede da una parte l’asse franco-tedesco e dall’altra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, Italia e Malta

Europa divisa sui migranti al vertice informale dei ministri dell’Interno ad Helsinki. Nel corso della riunione non è stato raggiunto alcun accordo sulla linea da tenere sugli sbarchi, tanto che non si è riusciti ad arrivare alla stesura di un documento finale. Lo scontro vede, da una parte, l’asse franco-tedesco, dall’altra, i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, Italia e Malta.

Al termine di una riunione ristretta, i quattro protagonisti – i ministri Matteo Salvini, Michael Farrugia, Horst Seehofer eChristophe Castaner – non sono riusciti a trovare un’intesa e hanno deciso di convocare un vertice straordinario a quattro che dovrebbe tenersi alla Valletta a settembre.

“Per la prima volta c’è un documento comune tra Italia e Malta, che va a integrare il documento franco-tedesco. Questa volta c’è una discussione in corso, infatti nessun documento è uscito e si lavorerà nelle prossime settimane. Il porto di primo approdo? Io non firmerò mai un documento che dica che tutti arrivino a casa mia. Priorità delle frontiere esterne ed espulsioni, sono mesi che ne sento parlare. Vediamo se è la volta buona”, ha affermato Salvini, al termine della riunione.

Tedeschi e francesi sostenevano l’approvazione di un testo in cui proponevano l’istituzione di una “coalizione di volontari” che si impegni a distribuire sistematicamente i migranti soccorsi senza doversi impegnare in rallentate e dolorose trattative dopo ogni salvataggio in mare. Il documento era stato proposto già durante la cena informale di ieri sera e aveva incassato la netta contrarietà di altri Paesi.

Malta e Italia – si ricostruisce dal Viminale – contestano l’idea del primo porto sicuro di approdo per gli immigrati (temendo di doversi sobbarcare tutto il peso degli arrivi) e immaginano che la redistribuzione dei soli profughi lasci nei primi Paesi di arrivo i clandestini, difficili da espellere. Sul tavolo c’era anche il nodo delle Ong, che Salvini ha chiarito come non possano sostituirsi agli Stati. E ha ricordato il caso della Sea Watch 3“che ha violato le leggi italiane e ha speronato una motovedetta”.

Prima di iniziare la riunione, il tedesco Seehofer è stato il primo a raggiungere Salvini in sala e ha scherzato sulle accuse italiane allo strapotere di Parigi e Berlino: “Matteo, stai già twittando per dire che siamo cattivi con voi?”. Dopo un primo confronto con i tecnici, i ministri hanno dialogato da soli per provare ad avvicinare le posizioni.

Salvini ha insistito per rafforzare l’impegno per prevenire le partenze e incrementare le espulsioni, anche inserendo una lista di Paesi sicuri “per cui prevedere delle riammissioni automatiche”. Perché “un conto sono gli arrivi da zone da guerra, un altro da Tunisia o Albania”. Niente da fare sul principio del “porto più vicino per l’approdo”, fermo restando l’imperativo di salvare le vite. 

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