“Fincantieri? Quello che meraviglia è gli stereotipi abbondano

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Scuotto (Pres. Fondimpresa): “Fincantieri? Quello che meraviglia è che di fronte a un problema del genere gli stereotipi abbondano. Si parla sempre di ragazzi che non hanno voglia di lavorare, di imprenditori che sottopagano. Il problema è allocato in una necessità di istruzione e formazione, di avvicinamento di due mondi che ora sono distanti. E’ un problema di cultura e di comunicazione”

Bruno Scuotto, Presidente di Fondimpresa (Fondo interprofessionale per la formazione continua di Confindustria, CGIL, CISL e UIL), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Fincantieri dice che servono 6mila lavoratori e ai giovani non interessa. “Si parla sempre di ragazzi che non hanno voglia di lavorare, di imprenditori che sottopagano –ha affermato Scuotto-. Quello che abbiamo letto di Fincantieri ha una eco importante, ma questo riguarda tutte le imprese. Quello che meraviglia è che di fronte a un problema del genere gli stereotipi abbondano. In Campania c’è un’impresa tessile che cerca disperatamente dei sarti, quello che più mi ha sorpreso è che sui social riguardo questa attività i commenti sono stati tutti negativi: i ragazzi non hanno voglia, gli imprenditori pagano poco. Il problema è allocato in una necessità di istruzione e formazione, di avvicinamento di due mondi che ora sono distanti. E’ un problema di cultura e di comunicazione. Ci possiamo mettere tutti gli investimenti, ma se non si sbloccano i nodi della cultura e della comunicazione i risultati non si ottengono. Da una parte c’è una mancanza di conoscenza da parte delle famiglie, o di conoscenza errata. In questi giorni è evidente che manchino i saldatori in Italia. Parallelamente a questi articoli, bisognerebbe dire quanto guadagna un saldatore. Un avvocato per arrivare a portare a casa a fine anno quello che porta a casa un saldatore deve avere uno studio molto ben avviato. Poi c’è lo scoglio delle imprese. I manager non ce li ritroviamo all’interno delle aziende e la necessità di un’organizzazione dirigenziale è assoluta e molto spesso gli imprenditori non se ne accorgono se non portati davanti al fatto compiuto”.

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