Salvini contro Maduro: quando neanche i ‘sovranisti’ capiscono il sovranismo

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Due notizie per gli amici lettori leghisti – una buona, l’altra cattiva. La buona (per loro) è che Sì, tranquilli, Salvini vincerà tutte le prossime elezioni. Quella cattiva è che…

Quella cattiva è che No, non ci capisce un’accidenti di politica internazionale. O forse fa finta di non capire. Certo, per vincere le elezioni in Italia con il sovranismo non c’è bisogno di essere sovranisti sul serio, anche fare finta va bene, tanto la maggior parte della gente neppure sa cosa significhi con precisione sovranità nazionale, talmente oramai assuefatti alla sottomissione. Per vincere le elezioni in Italia basta avere un programma semplice e popolare, per rivincerle e ampliare il consenso basta riuscire tecnicamente ad iniziare a realizzare qualcosa e mostrare che fai sul serio. Per stravincere poi è sufficiente avere degli oppositori assolutamente incapaci concentrati a criticarti in maniera sguaiata e preconcetta sulle stupidate e incapaci invece di concentrarsi sui problemi seri. Salvini ha tutto questo. Non è affatto un genio in politica ma lo hanno lasciato solo a combattere contro l’immigrazione clandestina e il bisogno di ordine pubblico – un bacino elettorale enorme e regalato. Come lasciare Rocco Siffredi da solo al collegio femminile dell’Accademia delle Scienze, che importa se non ci capisce tanto di fisica quantistica? Sarà popolare lo stesso vedrai.

Matteo Salvini durante una conferenza stampa a Roma
© AP PHOTO / DOMENICO STINELLIS
 Per cui Salvini oggi, dopo l’esperienza dell’antrace in Iraq, che poi s’è scoperto essere nascosta solo dentro alla testa di Colin Powell e degli altri deficienti alle Nazioni Unite che gli hanno dato credito (cioè quasi tutti), dopo il gas nelvino di Assad, nel senso che non era nervino ma era proprio ‘nel-vino’ dei vari Saviano e quegli altri del club della pantomima, dopo oramai una vita che si va avanti con rivoluzioni colorate, false flag, destabilizzazioni, colpi di Stato a comando, dopo tutto questo dico, Salvini ancora dimostra di non aver capito un accidente di come funzioni il mondo e, alla prima occasione utile, scrive testuale su tutti i social di come anche lui creda ai buoni che arrivano a portare la democrazia sul cavallo bianco con la targa del South Carolina:

“Per il bene del Venezuela e dei tantissimi italiani che da anni soffrono per colpa di uno degli ultimi regimi comunisti della Terra ci auguriamo una soluzione pacifica e non violenta della crisi che porti a libere elezioni e all’allontanamento del dittatore Maduro, uno che sta affamando, incarcerando e torturando il suo popolo. Sono vicino al popolo venezuelano, all’Assemblea nazionale e al suo presidente Juan Guaido M.”

E pensare che era stato lui il primo dei politici in Italia ad introdurre il tema della sovranità nazionale. Io me li ricordo bene certi sui interventi al Parlamento europeo – erano da manuale. Lì sì sembrava un politico vero. Poi cos’è successo? Troppi allori, stress, sindrome da onnipotenza, riposo del guerriero? O forse c’entra qualcosa quello Steve Bannon che era venuto qui in Italia qualche mese fa a parlare con le nostre destre e che era stato accolto a mo’ di oracolo? Ve lo ricordate con Salvini e la Meloni? “Rivoluzione sovranista partirà dall’Italia. Salvini e Meloni come Trump” titolava la Repubblica. Infatti Salvini pare stia facendo proprio la fine di Trump – da paladino autodichiaratosi del multipolarismo a solito oracolo del New Word Order eterodiretto. A pensarci oggi in effetti è facile notare come proprio dopo quell’episodio misterioso dell’arrivo di Bannon siano iniziati ad apparire quei versetti satanici sui tweet e i post di Salvini – “Israele baluardo di pace e democrazia in MedioOriente”“Hezbollah terroristi” e oggi questa pro-Guaidò che fa il paio con quella in cui addirittura definiva Maduro ‘dittatore rosso’ che se ne deve andare.

Ricorrenza del Kurban-Bairama in Karaciaj Circassia
© SPUTNIK . DENIS ABRAMOV

A parte che ‘dittatore rosso’ è roba che neppure Berlusconi ai tempi dell’astinenza forzata da bunga bunga era capace di formulare, ma dico, te lo ha prescritto qualche specialista che devi per forza scriverne una sui social anche quando non sai assolutamente nulla di cosa stai parlando? Pare di sì, altra spiegazione non si trova. Per quanto intuitivamente sia ben facile presumere che Maduro di errori ne abbia potuti commettere parecchi per ritrovarsi in quella situazione di accerchiamento, ma se non sai esattamente cosa stia succedendo in Venezuela, non conosci gli antecedenti, le radici della crisi, la composizione reale dell’opinione pubblica, cosa c’è dietro la faccenda del petroleo extrapesado de l’Orinoco, perché ti devi andare a sbilanciare e fare queste figure gratuite? Tanto più che lo vedi poi come è finito il golpe e quanto era il seguito reale che aveva in Patria Guaidò, il tuo idolo e difensore dei veri valori democratici sponsored by USA, come tutti gli altri. Insomma dobbiamo pensare che Salvini c’è – ingenuo – o ci fa – cioè fin troppo furbo. Superficialità e faciloneria oppure c’è una strategia congiunta suggerita dal guru arrivato per l’abbisogna dall’America – Steve Bannon appunto? Che poi tutto questo vada a cozzare immancabilmente con il concetto di sovranità nazionale che importa? Il primo precetto della sovranità è appunto che ognuno a casa propria debba decidere per sé e le ingerenze esterne non essere tollerate. Principio che va poi di pari passo con il concetto di multipolarità a livello internazionale. Esatto contrario di New World Order e pensiero unipolare. Chi non la rispetta negli altri non la può rivendicarla neppure per sé, questo il terzo principio della sovranità. Sovranità nazionale non significa trovare un accordo con russi o americani per lasciarti il via libera a casa tua – la sovranità è quanto tu decidi a casa tua e non hai bisogno né di invitare gli Steve Bannon nè di venire qui a Mosca a raccontarci di quanto siano inopportune le sanzioni. Vuoi tolgiere le sanzioni, le togli, le vuoi tenerle le tieni – questa è sovrantià nazionale. Fare il tifo per una rivoluzione che potrebbe essere anche seriamente sanguinosa dall’altra parte del mondo perchè nel gioco della geopolitica qualcuno ti ha spiegato che conviene a tutti così – anche, non è sovranità.

Sì ma che parlo a fare – le pretese politiche dell’italiano medio oramai si sono talmente abbassate che basta impedire gli sbarchi per portarti in trionfo. Quello che in qualsiasi Paese normale è un diritto acquisito – aprire o chiudere i porti a chi pare – da noi è una conquista geniale e chi ce la garantisce si merita i gradi di Grande Maestro di Scienze e Politica. Perché quindi combattere sul serio contro il potente drago del Nuovo Ordine Mondiale quanto la gente si accontenta in fondo di così poco? Col rischio magari di ritrovarsi una rivoluzione colorata indotta anche a casa propria? Inutile. Continuiamo quindi a parlare di sovranità nazionale e a fare il tifo per la soppressione delle sovranità nazionali altrui, se facciamo i bravi e teniamo il gioco sulle questioni internazionali che contano poi il New World Order forse ci lascia anche governare in pace. E dì grazie. La sovranità vera però è un’altra cosa.

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