Il mutamento nel PD si è fatto tanto evidente da non poter escludere”modifiche” nel partito. I Pidiessini, a nostro avviso, non sono più il polo granitico della “sinistra” italiana. Hanno subito un mutamento nelle finalità e nelle idee.
L’opportunismo della politica nazionale non ha, però, risparmiato gli altri partiti del firmamento elettorale italiano. Certo è che i Comunisti di un tempo si sono dispersi per realizzare il varo di un sistema con carenti radici col suo passato.
Sembra, ma non solo a noi, che sia venuto meno lo stimolo per dare alla sinistra una sua nuova identità. La diatriba con gli altri partiti si è ridimensionata col sorgere del Nuovo Millennio. Qualche errore di percorso, però, non è mancato. Certe alleanze, ora, non ci sembrerebbero neppure ipotizzabili. Né siamo, quindi, in grado di congetturare l’evoluzione del Partito. Il futuro del PD resta, di conseguenza, incerto per mancanze d’iniziative innovatrici e uomini con progetti innovatori.
Questa Terza Repubblica, tanto giovane, avrà da tener conto di un passato che, volenti o meno, ha lasciato una traccia. La vecchia sinistra non esiste più. E’ inutile domandarci se ciò sia un bene oppure no.
Intanto, restano da individuare uomini capaci di riprendere ciò che di concreto ci ha offerto il passato. Anche il PD vive una realtà che si potrebbe palesare con più aspetti operativi. Le basi storiche d’Italia ci hanno insegnato che le certezze non possono discostarsi dalle linee di un programma politico che ne consenta, poi, l’attuazione.
Oggi, purtroppo, non ci sentiamo in grado d’evidenziare un profilo ottimistico di quello che è stato un grande Partito nazionale figlio di una complessa evoluzione. L’interrogativo è, e rimane, sul futuro della “sinistra”storica italiana. Oggi confusa con correnti che si perdono nel nulla.
Giorgio Brignola
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