La ricerca fatta bene

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di Giancarlo Palmesi

BELO HORIZONTE – “Si è regolarmente svolta – nella Casa Fiat a Belo Horizonte, con l’appoggio della rivista Comunità, che ha divulgato e mandato in onda dal vivo sulla pagina Facebook della testata – l’8º edizione del Seminario che sempre attrae nel capoluogo di Minas numerosi studiosi e appassionati della storia dell’immigrazione italiana.
L’ospite di eccezione che quest’anno ha aperto il seminario, e che è appositamente venuto dall’Italia, è stato Stefano Vitali direttore dell’Istituto Centrale per gli Archivi del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, e fondatore del famoso Portale Antenati. Laureato in Filosofia, diplomato in Archivistica, Paleografia e Diplomatica, insegna Archivistica presso l’Università di Bologna e Archivistica Informatica presso il Polo di Ravenna. La Console Aurora Russi ha ricevuto, nel corso del Seminario e dalle mani di Silvia Alciati, Consigliera del CGIE, una targa commemorativa in riconoscimento del lavoro svolto in questi anni in favore della comunità italiana”. Così scrive Giancarlo Palmesi che riassume i lavori del seminario di Belo Horizonte per “Comunità Italiana”, mensile diretto da Pietro Petraglia a Rio de Janeiro. 
“L’evento ha avuto inizio, dopo una introduzione del Professor Domingos Giroletti, con la conferenza “Il Potere degli Archivi: Memoria, Identità e Radici” del professor Vitali che si è soffermato sul potere degli archivi che “sono immaginati come oggetti umili e polverosi, ma sono anche strumenti del potere politico, economico, e di controllo sociale. Il potere di cui parlo” — ha spiegato il Professore — “è la capacità di mostrare le tracce del passato; gli archivi sono il prodotto di un’attività quotidiana e amministrativa di persone e istituzioni e, solo col passare del tempo, diventano testimonianza del passato e parlano ad un pubblico più largo.”
Vitali ha poi citato anche alcuni autori che nei loro romanzi hanno raccontato degli archivi e della loro capacità di raccontare la vita delle persone comuni. Ha fra l’altro ricordato Tutti i nomi, un’opera di José Saramago – di cui ha letto alcuni brani – dove si racconta la storia di José, un umile impiegato della Conservatoria Generale di una non precisata città portoghese. La Conservatoria Generale, che è l’archivio di tutta la popolazione cittadina, è strutturata, nel romanzo di Saramago, in modo da dividere l’archivio dei vivi da quello dei morti, ma il protagonista lotta per riunificare i due archivi, reintegrare e far rivivere i morti nell’archivio dei vivi.
— Gli archivi si sono trovati all’incrocio delle molteplici forme di uso del passato messe in campo dall’immaginario contemporaneo, sia che si tratti di riscoprire o consolidare memorie pubbliche o private, che di ricostruire genealogie familiari, od anche di fondare o recuperare identità individuali e collettive — dice il Professore.
Il desiderio di recuperare le memorie familiari si è accentuato con la diffusione del web
Il fenomeno si è accentuato con la diffusione del web, e ha reso possibile l’accesso agli archivi di un “pubblico animato in genere dal desiderio di recuperare o coltivare memorie individuali, familiari, di gruppo, di riscoprire e valorizzare identità territoriali” — ci ha detto Vitali che aggiunge — “il web consente soprattutto di annullare o ridurre le distanze fisiche, di ristabilire legami con un passato che è anche un altrove, un luogo diverso e talvolta lontano, geograficamente e culturalmente, da quello nel quale ci si trova a vivere nel presente”. 
Nella seconda giornata, ha preso la parola la moderatrice professoressa Lígia Pereira, fondatrice del Nucleo di Storia Orale dell’UFMG, che ha introdotto la conferenza “Il Centro di Preservazione e Ricerca del Museo dell’Immigrazione dello Stato di San Paolo” – condotta da Henrique Trindade Abreu, storico e ricercatore del Museo localizzato fra il quartiere del Brás e della Mooca a San Paolo, nella antica “Hospedaria do Imigrante do Brás”, che cominciò ad essere costruita nel 1886 e ricevette un totale di 3.500.000 immigranti di varie nazionalità fino al 1978. Nel 1986 venne creato il Centro Storico dell’Immigrante, nel 1993 il Museo, nel 1998 il Memoriale dell’Immigrato e il 31 maggio 2014 venne aperto l’attuale Museo dell’Immigrazione. L’edificio custodisce circa 11.000 oggetti, il patrimonio bibliografico è costituito da 12.000 elementi. Gli archivi sono stati digitalizzati e sono oggetto di 1.400.000 di accessi annuali, le immagini archiviate sono 250.000. Sono circa 800 persone che ogni mese si rivolgono al centro di ricerca, nell’80% dei casi si tratta di ricerche di familiari di cui il 70% sono italiani.
In seguito Thiago Veloso Vitral, Superintendente dell’Archivio Pubblico Mineiro, ha presentato l’Istituzione a partire dalla sua attuale localizzazione a Belo Horizonte e dalla sua fondazione a Ouro Preto nel 1885. Vi si possono trovare documenti dal secolo XVIII ad oggi, tra foto, cartografie, stampe e documenti di altra natura, per un totale di 17.168.000 pagine. Ha poi presentato le immagini di documenti e foto provenienti dalla “Hospedaria Horta Barbosa” di Juiz de Fora e dalle colonie agricole di Barbacena, Mar de Espanha e São João del Rey. Il sistema integrato di accesso all’Archivio riceve annualmente circa 600.00 accessi di cui il 60% è di ricerche relative agli immigranti, per i quali l’istituzione emette certificati validi per le richieste di cittadinanza.
“È importante definire chiaramente la propria ricerca”
Le risorse a disposizione sono le stesse ma l’approccio è differente, precisa Cilmar Cesconetto Franceschetto, Direttore dell’Archivio Pubblico dello Stato dell’Espírito Santo, artefice e Coordinatore del Progetto Immigranti, presidente della Casa d’Italia di questo stato. Franceschetto ha presentato la conferenza “Progetto Immigranti/Espírito Santo: Uso interattivo di fonti documentali come strategia di mediazione culturale e preservazione della memoria Italo-Capixaba”. Il Direttore ha illustrato un progetto a cui ha partecipato personalmente, registrando – all’interno dello stato dell’Espírito Santo – interviste con i più anziani fra gli italo-discendenti, fotografando le persone e i loro usi e costumi, registrando anche la loro fonetica.
Vitor Manuel Marques da Fonseca, professore di Scienza dell’Informazione dell’Università Federale Fluminense, ha presentato: “Immigrazione Italiana: ricercatori, archivi e documenti”. Vitor ha cominciato parlando delle difficoltà delle ricerche negli archivi, e della necessità di definire chiaramente la propria ricerca. Le risorse a disposizione sono le stesse ma l’approccio è differente, precisa Vitor. È importante quindi preparare la ricerca negli archivi capendo il contesto storico, per identificare persone, politiche di stato, azioni individuali. Bisogna capire espressioni antiche come, ad esempio, quando si parlava della quantità di “fuochi” nel territorio si intendeva la quantità di famiglie perché vi si accendeva un fuoco per cucinare.
Ha concluso la mattinata una tavola rotonda dove tutti i partecipanti alle conferenze hanno discusso la possibilità di realizzare una rete integrata di informazioni fra Italia e Brasile con la realizzazione di un Portale dell’Immigrazione Italiana in Minas Gerais. Hanno completato il seminario le conferenze “Le Specificità dell’Immigrazione Italiana nel Sud di Minas”, di Carlos Eduardo Rovaron; “Famiglie Italiane e Formazione del Territorio Italianizzato in Itueta e Santa Maria do Itueto”, di Sandra Nicoli; “Immigrazione Italiana in Varginha 1888-1920”, tenuta da José Roberto Sales; “Sociabilità degli Italiani a Juiz de Fora, Italiani-Massoni e l’Unione Italiana Benso di Cavour” di Rafael de Souza Bertante; “Américo René Giannetti: Piano Programma di Amministrazione per Belo Horizonte (1951-1954)”, di Ricardo Giannetti.
Trasmissione in diretta su reti sociali
L’evento è stato trasmesso in diretta su Youtube e su Facebook, anche con traduzione nella lingua dei segni. Il Seminario è una realizzazione di Ponte entre Culturas; Associazione di Cultura Italo-Brasiliana di Minas Gerais – ACIBRA MG; Consiglio Generale degli Italiani all’Estero – CGIE; Consolato d’Italia a Belo Horizonte. Le aziende sponsorizzatrici sono Fermag Ferritas Magnéticas; OMR Componenti Automotivi; Luiz Tonin Atacadista e Supermercados S/A; Picchioni Cambio; Rima Industrial. Il Seminario ha avuto il sostegno di Hub Minas Digital; Casa Fiat di Cultura; Istituto Statale per il Patrimonio Storico e Artistico di Minas Gerais (Iepha-MG); Circuito Liberdade; Governo dello Stato di Minas Gerais; Portal Itália in Minas Gerais; Revista Comunità Italiana; quotidiano O Tempo – Editora Sempre”. 

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