Wikipedia si oscura per protestare contro il copyright Ue

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Europarlamento: “e’ esclusa”. Gli editori: “campagna fuorviante”.
Si riaccende il dibattito sulla direttiva europea che riguarda il copyright e che verra’ votata il 5 luglio dal Parlamento Ue. La protesta piu’ clamorosa arriva da Wikipedia Italia che oscura il portale fino a giovedi’ per sensibilizzare gli utenti su un provvedimento che “limitera’ significativamente la liberta’ di Internet”. Ma l’Europarlamento precisa: ‘non e’ toccata dalle nuove regole’. E gli editori: ‘campagna fuorviante, la direttiva riequilibra l’ecosistema digitale dominato dalle piattaforme’.

Cresce l’incertezza sul probabile voto di giovedi’ all’Europarlamento sulla nuova direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale. E mentre le forze politiche sono divise anche al loro interno, aumentano le voci critiche su due articoli del provvedimento che secondo alcuni metterebbero a rischio la liberta’ di internet. Wikipedia ha preso la decisione senza precedenti di oscurare il suo sito internet in Italia, perche’ se approvato cosi’ com’e’ il testo dell’Europarlamento “limitera’ significativamente la liberta’ di Internet”. E’ “una campagna di fake news organizzata dalle grandi piattaforme”, ha risposto il relatore del provvedimento, il popolare tedesco Axel Voss, sottolineando che le nuove regole andrebbero a colpire solo chi “pubblica contenuti protetti da copyright facendo soldi con i click senza dare il minimo contributo”.

Fonti dell’Europarlamento fanno presente che la proposta dello stesso Parlamento europeo esclude l’applicazione delle nuove norme a enciclopedie online a fini non commerciali, come Wikipedia o piattaforme open source, come GitHub. Intanto, all’interno dei gruppi politici all’Europarlamento, le stesse delegazioni nazionali si stanno spaccando. La decisione di votare giovedi’ deve ancora essere formalizzata, ma sembra ormai scontato che si arrivera’ al numero di 76 deputati necessario per rimettere la questione alla plenaria. I Socialisti & Democratici non sono ancora riusciti a trovare una posizione comune. L’Alleanza dei Liberali e Democratici per l’Europa e’ spaccata. Lo stesso Pd si divide tra un fronte che vuole preservare la liberta’ totale di internet e votare contro il mandato negoziale, e un gruppo di deputati che invece sostiene la necessita’ di proteggere e remunerare gli autori, i giornalisti e i produttori di contenuti. Intanto, in un’intervista all’AGI, il garante europeo per la privacy Giovanni Butteralli denuncia un rischio per la “completezza dell’informazione”. Secondo Buttarelli, “i diritti di proprieta’ intellettuali andrebbero tutelati”, ma “lo sviluppo delle tecnologie rende questa tutela estremamente difficile”.
Dal punto di vista procedurale, per far votare la plenaria e spingerla a modificare il testo, almeno un decimo dei membri dell’Europarlamento (76 deputati) deve dichiarare la sua opposizione alla posizione adottata dalla commissione giuridica entro la mezzanotte.

Altrimenti, l’Europarlamento negoziera’ con il Consiglio (l’istituzione che rappresenta i governi) sulla base del testo attuale. Sono due le disposizioni della direttiva sui diritti d’autore nel mercato interno digitale a essere contestate. L’articolo 11, approvato con un solo voto di scarto dalla commissione giuridica, introduce una sorta di “tassa sui link” alle notizie, in base al quale gli editori possono esigere il pagamento di diritti dalle piattaforme online e dagli aggregatori che condividono una notizia pubblicata. L’articolo 13, invece, potrebbe portare a forme di censura preventiva, perche’ rende le piattaforme responsabili per eventuali violazioni del diritto d’autore dei contenuti che ospitano. Europarlamento e Commissione europea ritengono che le proteste di Wikipedia siano pretestuose. La proposta adottata dalla commissione giuridica del Parlamento esclude l’applicazione delle nuove norme a enciclopedie online a fini non commerciali, come Wikipedia, o piattaforme open source, come GitHub. Il testo che e’ stato riportato si riferisce a un considerando e i considerando non hanno lo stesso valore” di un articolo, ha risposto la deputata del Movimento 5 Stelle, Isabella Adinolfi, sottolineando che la battaglia e’ “perche’ internet sia libera, indipendentemente se si tratta soltanto da Wikipedia oppure no. La cosa importante e’ che non ci siano filtri di privati”.

Il relatore Voss, invece, ha spiegato che la nuova normativa avrebbe un impatto solo sul “5% dell’internet globale”. Inoltre, e’ “inaccettabile” che il sistema dei media stia diventando “dipendente dalle piattaforme”. Liberta’ di stampa contro liberta’ di internet? Il dilemma potrebbe giocarsi su una manciata di voti nella plenaria di Strasburgo giovedi’.

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