E’ stato Giorgio Napolitano, nella veste di Presidente del Senato, ad aprire la Seduta di Palazzo Madama, dando il via alla legislatura. I comportamenti elettorali “hanno mostrato quanto poco avesse convinto l’auto-esaltazione dei risultati ottenuti negli ultimi anni da governi e da partiti di maggioranza”, ha detto il presidente emerito della Repubblica.
“Ha contato molto – ha aggiunto – il fatto che i cittadini abbiano sentito i partiti tradizionali lontani e chiusi rispetto alle sofferte vicende personali di tanti e a diffusi sentimenti di insicurezza e di allarme”.
“Sulla scena politica nazionale il voto del 4 marzo – ha detto ancora Napolitano – ha determinato un netto spartiacque, a inequivocabile vantaggio dei movimenti e delle coalizioni che hanno compiuto un balzo in avanti clamoroso nel consenso degli elettori e che quindi di fatto sono oggi candidati a governare il paese. Il partito che nella scorsa legislatura aveva guidato tre governi ha subìto una drastica sconfitta ed è stato respinto all’opposizione”.
Ancora una fumata bianca sulle trattative per le presidenze. I partiti hanno deciso di votare scheda bianca. “Non scendiamo a compromessi a ribasso e non accetteremo ricatti. Non riabilitiamo Silvio Berlusconi”, dice Danilo Toninelli. “Io un Nazareno bis non lo farò mai, non porterò mai il M5S a fare una cosa del genere”, dice Luigi Di Maio. “Siamo la forza del cambiamento. Sono orgoglioso – ha detto ancora – della nostra compattezza granitica sui valori. Cambieremo il Paese con l’integrità e la coerenza e questo cambiamento inizia con la presidenza della Camera”.