Bari alla terza vittoria consecutiva

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TERNI – Era una questione di motivazioni oltre che di approccio alla gara. Ma era anche una ghiotta occasione per proseguire sulla scia positiva fin qui ottenuta. Salire in Umbria, nella terra di San Valentino, ma anche in quella delle acciaierie, nel terreno del Liberati contro l’ultima in classifica, dall’alto del rostro del quarto posto, prescindeva una gara maschia, compatta e umile, sì, ma fino ad un certo punto, dove la indubbia qualità dei singoli biancorossi avrebbe dovuto avere la meglio sugli undici di Di Canio, neo allenatore ternano subentrato appena tre giorni fa. E così è stato.
Grosso, peraltro, voleva un Bari motivato poco incline nel valutare le mosse ternane e concentrato sulle mosse interne, sul lavoro profuso in settimana pur conoscendo le modalità di gioco che la Ternana avrebbe usato, vale a dire una grande prestazione tipica di chi ha l’acqua alla gola. Ma la Ternana, alla fine, ha fatto quel che ha potuto dando l’impressione impietosa che la sua posizione sia, tutto sommato, giusta.
C’era, inoltre, da fare a botte con la tradizione, ovvero con la casistica per la quale il Bari, di norma, tende sempre a rianimare le squadre moribonde con prestazioni indecorose che son capitate sempre nel corso del secolo scorso ma anche in questo, ogni qualvolta il Bari ha sottovalutato l’avversario illudendosi di fare un sol boccone, e di esempi ne potremmo fare decine e decine. Ma, per fortuna del Bari, così non è stato. E forse questo è un segnale divino che i pochi intenditori di cose biancorosse possono capire.
Grosso, in barba al turn over, tranne Busellato, conferma l’undici vittorioso di Cremona mandando in campo Micai in porta, Sabelli e D’Elia terzini, Gyomber e Marrone stopper centrali, Basha a centrocampo con Henderson e Tello a mezzali, Galano ancora sulla sinistra, Anderson sulla fascia destra e Kozak come terminali d’attacco.
De Canio, all’esordio ma con un trittico negativo alle spalle relativo alla squadra (un punto solo nelle ultime sei gare: Bari l’ideale avversario in casi come questi), ha risposto con Plizzari in porta, Vitiello e Favalli terzini, Rigione e Valjent stopper centrali, Paolucci a centrocampo con Angiuli e Tremolada mezzali, Defendi, ex mai dimenticato, e Montalto esterni, Statella, (altro ex) centravanti.
Buono l’approccio del Bari che, finalmente, gioca da “Bari”, pur senza strafare, ma mantenendo il possesso del pallone per 2quasi tutti il primo tempo.
Due fulmini squarciano il film della gara. Il primo dopo centocinquanta secondi allorquando il Bari va in vantaggio, a freddo, con Henderson dopo una breve corsa fino a qualche metro fuori area, sferra un tiro chirurgico, raso terra, che si infila in rete tra le mani di Plizzari ed il palo, e all’11’, quando sembrava che il Bari dovesse fare delle fere un sol boccone, ecco Defendi che pareggia di testa svettando più alto dei marcatori baresi con Micai in evidente posizione sbagliata (troppo avanti rispetto alla porta nel momento del cross), senza esultare nel rispetto dei cinquecento tifosi baresi assiepati in curva, con un intervallo al 4′ di Galano che decentrato, sfodera un gran tiro ma trova Plizzari a deviare coi pugni.
La gara scorre via sui binari dell’equilibrio con la Ternana che prende coraggio dopo il pareggio ed il Bari che prova a dettar legge ma in modo sterile, senza mai rendersi pericoloso ma sovrastando la percentuale del possesso palla senza ottimizzarlo con occasioni da rete.
Il tema tattico non cambia nel secondo tempo, col Bari che tiene banco e la Ternana fa quel che può per arginare il gioco biancorosso, ed infatt al 4′ Anderson su assist di Marrone in area calcia il pallone mandando il pallone poco alto sulla traversa.
Al 15′ fuori Anderson dentro Improta e la novità tattica è che Galano torna sulla sua fascia destra ed Improta corre sulla sinistra, come ai vecchi tempi, insomma.
E, come nelle fiabe, al 18′ su corner di Henderson, Marrone di testa sigla in vantaggio.
De canio, allora, prova a gettare in mischia forze fresche mandando in campo al 23′ Piovaccari per Tremolada: fuori un trequartista per una punta.
Ma la sostanza non cambia. E allora l’allenatore materano, al 30′, si gioca la terza sostituzione mandando in campo Carretta, un altro attaccante, per Statella per cercare il pareggio.
Il Bari come sempre mantiene il pallino del gioco e lascia a sterili ripartenze la Ternana, anzi, si rende ancora pericoloso al 31′ con un cross di Improta per la testa di Galano ma il pallone va di un soffio fuori sul secondo palo.
Grosso, nel leggere la partita, e dovendo prendere provvedimenti per arginare la prevedibile rimonta umbra, fa entrare Cisse’ per Galano al 34′, Galano che, nonostante sia tornato sulla sua fascia, ha confermato di passare un momento difficile. Improta si sposta a destra e lo stesso attaccante guineano rimane sulla sinistra.
Kozak manca il colpo dell’1-3 su un cross-assist di Improta sul quale l’attaccante arriva in ritardo per spingerla comodamente in rete: questa è da considerarsi una occasione monumentale.
Ancora forze fresche per il Bari con Diakitè per Hederson per rinforzare la difesa al 43′.
Mentre invece Montalto, di testa, all’ultimo secondo, spreca di testa il gol del pareggio.
Termina così la gara col Bari che vince la terza partita consecutiva e la seconda, sempre consecutiva, fuori casa. Insomma, un periodo positivo.
Un Bari decisamente più compatto, più volto alla sofferenza ma che non ha mai convinto col gioco, buona l’approccio e positivo il dialogo tra i reparti nonostante i soliti errori inevitabili, oggi – a dire il vero – pochi e che sforna una squadra in salute, al terzo posto, e più vicina agli standard che gli competono.
Ma si sa che di questi tempi il gioco è roba per pochi. In serie B vale la regola del far punti ancor prima di quella di far gioco.

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