Luciano Capurro: ‘Napoli incanto’ e non solo

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Quando la tradizione del teatro e della musica napoletana diventa arte

Di Riccardo Guglielmi

Nel mondo della comunicazione la rete offre al pubblico una grande e insolita opportunità: quella di dire la sua senza attendere di leggere la recensione dei moderni critici che sembrano aver dimenticato che il destinatario finale della propria scrittura è lo spettatore o il futuro spettatore.

Questa è la premessa che permette di trasformare un’emozione in linguaggio, scrittura, condivisione. Assistere quasi per caso a una cena spettacolo nel prestigioso locale “Rosolino” di via Nazario Sauro e Palazzo Caracciolo a Napoli, dove un vero talento, Luciano Capurro, si esibisce con il suo gruppo, suscita quella grande emozione che affascina ed esalta il cuore. Quella di Capurro è una voce che con grande maestria passa alle basse note baritonali a quelle alte tenorili; dote naturale sì ma perfezionata da lunghi anni di studi. L’esperienza, la padronanza della scena, l’amore e il divertimento che sembra provare l’artista quando presenta, recita e canta, hanno reso grande e unica quell’elastica duttilità canora che gli consente di esprimersi al meglio sia nel repertorio classico napoletano sia in quello italiano e operettistico. Le sensazioni che prova l’artista sono interamente trasmesse e condivise con il pubblico che le amplifica e le ritrasmette rendendo la serata un continuo di gioia, allegria e benessere.

Luciano Capurro è leader e team manager della Compagnia stabile Napolincanto che a dicembre in molte sedi e teatri campani ha presentato lo spettacolo L’acqua è poca…ma la papera galleggia dove teatro, musica, poesia esaltano quei doppi sensi di gesti e parole che s’intrecciano con eleganza e stile.

«I proverbi e i modi di dire di una lingua – commenta il M° Capurro- raccontano la storia e la filosofia e narrano la cultura di un popolo». La fedele riproduzione di fatti e trasporti storici, attraverso la musicalità della lingua napoletana, rende viva e vitale la nobile e migliore identità di una città che ha dato natali a re, artisti, letterati e scienziati. Sublime Sasà Trapanese nell’interpretazione di Pulcinella, brava e seducente Alessia Moio nel ruolo della Sciantosa. Pulcinella, la Sciantosa, il Guappo e tanti altri personaggi dalle espressioni colorite, crude, tenere e poetiche, ma sempre sarcasticamente argute, rappresentano quella valvola di sfogo del popolo vesuviano immerso da centinaia di anni in mille problemi che, come la papera, “galleggia sempre anche quando l’acqua è poca”.  

Luciano Capurro e il suo gruppo arricchito secondo sedi e circostanze con ballerine, fantasisti, comici, nel corrente mese di gennaio si è esibito ad Alberobello, Francavilla e Taranto dove grande è stato il successo per La vedova allegra … e le altre. All’inizio non ti sembra di cogliere la sottile ironia, ma le luci, l’accompagnamento musicale afferrano per mano lo spettatore che si ritrova coinvolto in quadri di esilaranti interpretazioni comico-musicali e grande emozione.   

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