Troppo qualificata per essere scelta

Attualità & Cronaca

Di

Per A. questo bacio rappresenta casa

Per A. questo bacio rappresenta casa

Grazie ad A. che vive a Roma e viaggia per il mondo

“Sono A. A come arrabbiata. Vivo a Roma, sono abruzzese e ho un lavoro intercontinentale. Arrabbiata con la mia testardaggine e ambizione. Arrabbiata perché essere una lavoratrice in età fertile è una minaccia per un’azienda: a quanti colloqui altissimi dirigenti mi hanno chiesto se ho intenzione di fare figli, oppure ‘come la metti con la carriera del tuo compagno?’”.

“E quanti commenti anche dalle stesse donne: una volta, una head hunter ha contattato una referente che avevo segnalato per il mio feedback e le ha chiesto se, con il mio ‘viso di porcellana’, fossi stata in grado di svolgere un certo ruolo. Ringrazio ancora la referente per aver trattato come doveva questa avvenente professionista. Non mi viene altro appellativo per definirla: intelligenza e professionalità non sono emerse come tratti distintivi. Ovviamente è stato selezionato un uomo”.

“Dopo 7 anni trascorsi all’estero, scelta, quella di emigrare dopo la laurea, presa contro la mia famiglia e comunque per mettermi alla prova e voler vedere il mondo, finalmente riesco a tornare a casa. Lavoro per una grande azienda che però decide di mandarmi un anno nel quartier generale nel MidWest americano. Che esperienza allucinante quel posto, così lontano New York”.

“Ho la laurea in ingegneria, un Ph.D., un master in business administration, parlo 4 lingue e imparo tutto con tanta, tantissima velocità. Sono ‘troppo adattabile’, come dice sempre la mia mamma con tono di rimprovero. Sono ancora un’emigrante, da casa, a intermittenza. Vivo con la valigia preparata, pronta a dover andare dall’altra parte del mondo o in Italia per un’emergenza ‘da risolvere ieri’.  Non voglio più un lavoro che decide per me i ritmi della mia vita”.

“Qui ho la mia famiglia, pochi e carissimi amici e il mio amore conosciuto su un treno 4 anni fa quando tornavo dagli Stati Uniti per andare io in Svizzera e lui a Milano. Sul nostro rapporto abbiamo scommesso tutto da subito: viviamo insieme a Roma, dove lui lavora e io pure, quando non viaggio. Infatti ho un lavoro flessibile perché il mio capo, straniero, mi ha detto: ‘A., non importa da dove lavori, a me interessa che tu sia felice e che porti i risultati a casa'”.

“Nonostante la fiducia che il mio attuale lavoro mi concede, per raggiungere il mio obiettivo di lavoro stanziale mando a tappeto CV. Ma oggi un head hunter mi ha detto chiaramente di rinunciare a cercare lavoro qui a Roma perché per un profilo come il mio serve la ‘rete di conoscenze’. Forse in italiano meritocrazia significa conoscere più persone possibile che possono darti una mano per entrare nel ‘giro giusto’. E sempre oggi mi hanno comunicato un no ad un lavoro a cui tenevo molto e nessun feedback. Accidenti a me: non sono stata selettiva. A casa, al liceo o durante l’università non c’era nessuno che mi diceva cosa potevo fare dopo gli studi. Ho seguito e portato a termine quelle opportunità che ottenevo dopo una ricerca priva di una strategia precisa, come un dispositivo che si aggancia alla prima rete wi-fi disponibile”.

“Perché il sistema italiano non aiuta i ragazzi a capire cosa possono fare dopo gli studi?  Perché ai seminari nessun manager o professionista racconta come ha fatto ad arrivare dove si trova ora? Chi crede più solo alla telefonata improvvisa, alla fortuna? Che noia. E perché, a parità di bravura, in ambienti politicizzati e in aziende prestigiose, vengono scelte persone segnalate?”.

“Forse sono un po’ invidiosa, ma credo di conoscere la risposta: è probabilmente per merito, fortuna, o perché hanno ricevuto una telefonata improvvisa. Domani devo già ripartire”. 

 http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube