Facebook paghera’ in Italia le tasse per la pubblicità

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RICAVI CONTABILIZZATI NEI PAESI DOVE CI SONO INSERZIONI

In Italia Facebook paghera’ le tasse. Il social passa a una “struttura di vendita locale” nei Paesi in cui e’ presente un ufficio che fornisce supporto alle vendite nei confronti degli inserzionisti locali. I ricavi pubblicitari realizzati col supporto dei team locali non saranno piu’ contabilizzati dalla sede internazionale a Dublino, ma dalla societa’ presente in quel paese: e’ quanto emerge in un post pubblicato nella sua newsroom. Il cambio di struttura comportera’ che i ricavi contabilizzati in Italia saranno quindi soggetti alla fiscalita’ italiana.

Svolta di Facebook: il gigante dei social media contabilizzerà i ricavi pubblicitari nel Paese in cui li realizza e non più tutti nella sede internazionale di Dublino. La tassazione delle multinazionali è diventato un tema caldo dopo le recenti rivelazioni sui sistemi di elusione fiscale e con l’Europa che ha cominciato a fare pressioni per tassare i colossi digitali. Fonti del Tesoro italiano sono convinte che la decisone del social network fondato da Mark Zuckerberg “sia stata influenzata dagli sforzi compiuti in sede internazionale”, con “L’Italia ha avuto e sta avendo un ruolo propulsivo”. Facebook contabilizzerà i ricavi pubblicitari nel Paese in cui li realizza e non più tutti nella sede internazionale di Dublino.

Dave Wehner, capo delle finanze del popolare social network, in un post sulla newsroom della società ha spiegato che “il passaggio a una struttura di vendita locale fornirà maggiore trasparenza ai governi e ai responsabili politici di tutto il mondo che hanno chiesto una maggiore visibilità sulle entrate associate alle vendite sostenute localmente nei loro Paesi”. Facebook ha in programma di attuare il cambiamento nel corso del 2018, con l’obiettivo di completare tutti i nuovi uffici locali entro la prima metà del 2019. La sede a Menlo Park, in California, continuerà a essere quella statunitense e gli uffici a Dublino resteranno la sede internazionale del social network.Facebook aveva trovato un accordo con Londra, nell’aprile del 2016, per registrare i ricavi dei suoi grandi clienti britannici nel Regno Unito, con un aumento dell’imposta pagata.

Nel 2017, per l’anno d’imposta 2017, il social network ha onorato una fattura fiscale allo Stato britannico di 2,5 milioni di sterline. Non molto se si considera la cifra assoluta, ma un incremento notevole, se si considera che negli anni precedenti Facebook aveva sempre incassato un credito d’imposta nel Regno Unito. L’accordo britannico mostra comunque ancora ampi margini di miglioramento, in termini di soldi che sfuggono ai radar del fisco locale. In Gran Bretagna, infatti, il social network ha registrato un margine di profitto inferiore al 7% nel 2016, rispetto a un margine di gruppo di circa il 45%. Secondo un’indagine di R&S Mediobanca, rilasciata appena un mese fa, nel 2016 i ‘big’ del web avrebbero eluso, complessivamente, 46 miliardi di tasse in cinque anni. Fonti del Mef commentano la decisione di Facebook come “molto positiva” e “un cambiamento importante che va nella direzione giusta: assicurare che i redditi siano dichiarati e tassati dove vengono prodotti”. “Siamo convinti – sottolineano da via XX Settembre – che la decisione sia stata influenzata dagli sforzi compiuti in sede internazionale per porre fine ai fenomeni di elusione fiscale. L’Italia ha avuto e sta avendo un ruolo propulsivo sia in sede europea, che in sede Ocse-G20, e ha posto il tema della tassazione dell’economia digitale in cima all’agenda delle riunioni del G7 di Bari”.

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